Speciale
“Harry Potter e i doni della morte” (parte prima)
Finalmente sono riuscita a vederlo! Non stavo più nella pelle e aver dovuto aspettare fino ad oggi è stato difficilissimo…ma ora l’ho visto e posso parlarne e dare il mio parere (anche se forse non richiesto! )
Il film, diretto da David Yates con sceneggiatura di Steve Cloves, è un ritorno alle origini per quanto riguarda la saga cinematografica dato che, dopo le fallimentari trasposizioni del 5° e soprattutto del 6°, questo film cerca di mantenere intatta la storie ed evitare i veri e propri scempi commessi nel passato. A parte qualche ovvio taglio e qualche modifica alle avventure (anche se la parte al Ministero l’avrei tenuta così com’era e poi voglio proprio vedere come faranno a spiegare il valore che per Harry hanno i doni della morte senza aver fatto menzione alcuna al famoso mantello dell’invisibilità che, chi ha letto il libro già lo sa, è uno dei suddetti doni) che possono piacere o meno, il film si fa seguire e non presenta veri e propri stravolgimenti.Insomma la storia in sé c’è e pazienza per quei particolari che, per chi ha amato i libri e potrebbe declamarli a memoria, sono fondamentali e la cui assenza fa pensare alla pellicola come un adattamento mai completamente riuscito. Ciò che è rilevante, secondo me, è questa grande attenzione agli aspetti più cupi, cruenti e violenti della storia. Nagini che mangia la professoressa di Babbanologia, l’orecchio tagliato di George, la “spaccatura” di Ron, le atmosfere quasi spettrali e buie in cui i tre ragazzi si muovono, per non parlare poi della tortura di Bellatrix ai danni della povera Hermione che si vede marchiata come “mezzosangue”, una scena molto forte che però nel libro non c’è, a testimoniare quanto si sia voluto marcare sul dolore e la paura. Di fronte a tutto questo terrore niente possono neppure le battute del simpatico Ron, purtroppo sempre una macchietta nei film, anche se in questo pare avere, finalmente, più spessore. La rilevanza data a questi aspetti è secondo me la carta vincente del film, ciò che lo rende più vicino che mai al libro, nonostante le esagerazioni di alcuni passaggi. L’ultimo capitolo della saga di J.K. Rowling, infatti, vede Harry vivere un’esistenza affatto semplice fatta di dubbi, paure, ferite, fisiche e spirituali, grandi sofferenze e grandi perdite, dolorose decisioni e coraggiose azioni. Se c’è quindi una cosa che il film ha sicuramente centrato è dunque lo spirito del libro, la sua essenza. Ed è per questo che riesce a spaventarci, a tenerci col fiato sospeso e anche a commuoverci, come ad esempio quando muore Dobby, l’elfo “libero” amico di Harry, che qui ha uno spazio maggiore che nel libro e non ci dispiace affatto. Per quando riguarda gli attori, naturalmente nulla da obiettare. Credo che i tre ragazzi (Daniel Radcliffe, Emma Watson, Rupert Grint) ormai si sentano davvero un pò Harry, Ron e Hermione e sanno interpretare bene le loro parti. Sarà anche che mi sono affezionata a loro dopo tutti questi anni, ma non riesco proprio a dire niente di negativo sul loro conto!
Per il resto, credo sia meglio aspettare la seconda parte, prevista per Luglio 2011, e vedere come va a finire. L’idea di dividerlo in due parti, anche se continua a puzzarmi di mossa strategica di marketing, forse non è stata così cattiva, se questo permette agli sceneggiatori di lavorare meglio sul romanzo e creare una trasposizione più vicina possibile al libro. Ci aspettano grandi cose…già non vedo l’ora!