Fragola & The Movies [Aprile 2011]

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Questo mese film non ce ne sono stati molti. In generale è da un pò che non riesco ad avere tempo per fare tutto quello che voglio, ma, tra tesi e movimenti vari su e giù per la penisola (ragazzo a Torino, università a Bologna e parenti prossimi in Puglia) questo è quello che mi posso permettermi. Ma va bene così.

Un post dedicato a Lui però lo dovevo fare. Lui chi? Ma ovviamente al film Boris – Il film, uscito nelle sale italiane il 1° Aprile (e non si trattava fortunatamente di uno scherzo).

locandina

Il film nasce da un progetto precedente, ovvero la sit-com tutta italiana Boris, andata in onda su Sky a partire dal 2007 e terminata con la terza stagione nel 2010. La serie consisteva in una grande satira sulla televisione italiana e in particolar modo sul mondo della fiction italiana, un universo parallelo che si rivela essere dominato e manipolato dalla politica, dai soldi e dalle raccomandazioni fatte in cambio di favori sessuali. Un pò come accade in Italia in generale. Ambientato in un fantomatico set di una fiction nemmeno troppo lontana dalla realtà dal nome “Gli occhi del cuore”, Boris ci mostra le bassezze, ipocrisie e volgarità presenti in Tv e nel nostro paese in maniera ironica e geniale, mettendo in scena uno stuolo di attori bravissimi che meritano tutta la nostra stima e il nostro affetto. Ecco dunque il regista disilluso e un pò “esaurito” René Ferretti (Francesco Pannofino), che crede di riuscire prima o poi a realizzare qualcosa “di qualità” ma è costretto ogni volta a fallire; un assistente alla regia, Arianna (Caterina Guzzanti), che tenta di svolgere il suo lavoro con serietà pur non credendo più in ciò che fa; Duccio (Ninni Bruschetta) il direttore della fotografia ormai incapace di creare a benché minima atmosfera e che annebbia la sua mente con uso di droghe di ogni tipo, lasciando il lavoro con l’ordine di “smarmellare tutto” a tecnici un pò coatti come Biascica (Paolo Calabresi) e a stagisti-schiavi trattati come stracci come Lorenzo (Carlo de Ruggieri); un attore assolutamente mediocre che si crede un divo come Stanis La Rochelle (Pietro Sermonti); un’attrice, Corinna (Carolina Crescentini), che si crede una star ma è denominata cagna maledetta dal regista, la classica bella che ha raggiunto la notorietà per vie “traverse” e poco convenzionali (e visti i tempi neanche troppo poco convenzionali); Sergio (Alberto Di Stasio) il direttore di produzione, personaggio un pò losco che ha sempre problemi quando si tratta di pagare la troupe ed appare spesso invischiato in traffici non proprio legalmente accettabili per tentare di arginare le spese di produzione della serie; Lopez (Antonio Catania) il delegato di rete che rappresenta la rete con tutto quello che comporta: pesce piccolo in un oceano di squali, deve cercare di compiacere tutti gli ordini che gli vengono impartiti, provenienti non solo dalla direzione della rete ma, indirettamente, anche dal mondo della politica e in generale da quello di chi in Italia ha potere e soldi; l’ultima ruota del carro, Alessandro (Alessandro Tiberi), secondo stagista schiavo grazie al quale entriamo in questo mondo da cui lui, ancora ingenuo e alle prime armi, pieno di illusioni e aspettative, appare affascinato e stimolato, salvo poi accorgersi dell’amara realtà. Oltre ad essi, numerosi altri personaggi popolano il microcosmo di Cinecittà (Itala che magna sempre, i tre sceneggiatori che scrivono usando il mitico tasto F4, Karin le cosce, il mitico Mariano (Corrado Guzzanti), Martellone con i suoi orrendi tormentoni, Glauco (Giorgio Tirabassi) e la sua robba d’autore, ecc.) rendendolo un luogo paradossale, contradditorio, dissacrante, in cui tutto appare troppo esagerato per essere reale…oppure no?

Boris ci regala delle risate amare perché dietro ogni surreale scenetta si nasconde la triste verità sulla televisione italiana. E questo, una volta spento il riso, non può che darci da pensare.

Il film si presenta come una consacrazione della serie diventata ormai un cult. Questa volta ad essere preso di mira è il cinema italiano e anche in questo caso non c’è niente di cui essere soddisfatti. Ancora una volta René entra in crisi di fronte all’ennesima orrenda fiction di cui cura la regia e decide di abbandonare il set. Entrato in depressione profonda niente sembra più farlo rinsavire fino a quando Sergio della produzione, messosi in proprio dopo un attacco di cuore, gli offre l’opportunità di dare una svolta alla sua carriera: realizzare un trasposizione cinematografica del libro scandalo La casta che ha svelato tutti i segreti della classe politica del paese. L’idea è ambiziosa e René accetta. Ma il nostro regista non sa cosa realmente lo aspetta. Ben presto René si renderà conto che il mondo del cinema non è migliore a quello della televisione: sceneggiatori oziosi e pieni di sé, direttori della fotografia che si credono artisti dell’obiettivo, troupe sofistica ma assolutamente incapaci di terminare anche solo una sequenza di 5 minuti, attori viziati e alienati, eccentrici ai limiti della follia, produzioni con pretese culturali che fingono di desiderare un prodotto altamente culturale ma che in realtà sono desiderose solo di lauti guadagni. Tutto questo in una società che premia film tutti frizzi e lazzi come “Natale al Polo Nord” e che niente vuole saperne di un cinema un pò più vicino all’attualità e al mondo reale. A quel punto per René non resta altro che recuperare la vecchia banda degli Occhi del cuore e creare il prodotto che il pubblico italiano si merita. Ma non vi aspettate un lieto fine…

Boris – il film è, al pari della serie, irriverente, ironico, innovativo, capace di far divertire e allo stesso tempo denunciare ciò che non va in questo paese. Un metacinema che offre momenti a dir poco esilaranti e spunti di riflessione molto interessanti. Alcune frasi sono memorabili e tra i fan sono già divenute verità dogmatiche, come nel caso della frase che Arianna rivolge ad Alessandro mentre sono a cena nel suo ristorante: “Alla fine l’unica cosa seria in Italia
è la ristorazione
” o ciò che dice Lopez a Ferretti quando il regista minaccia di passare alla concorrenza: “Che minchia dici. Guarda, chiudi gli occhi. Ecco, adesso riaprili. Eccola la concorrenza.”. Si ride e ci si diverte con Boris ma quando le luci in sala si accendono ciò che rimane, oltre a un vago sorriso sulle labbra, è la triste sensazione che qualcuno  ci sta  prendendo davvero troppo per i fondelli e che è arrivato il momento di dire basta. René si è arreso alla triste logica del mercato televisivo e cinematografico…per quanto ancora siamo disposti a farlo anche noi?

Consigliato a chi ha amato la serie e a chi ha voglia di vedere qualcosa di nuovo di cui, per una volta, essere orgogliosi che si tratti di un prodotto italiano.

P.S. La colonna sonora di Elio e le storie tese è semplicemente MI – TI – CA!

Movie WishList:

  1. Habemus Papam di Nanni Moretti
  2. Limitless di Neil Burger

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9 commenti

  1. La serie non l'ho ancora vista, ma a questo punto dovrò proprio rimediare, e subito a seguire schiaffarmi anche il film!
    Grande Elio!

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  2. C'è qualcosina per te sul mio blog :-)
    http://dedycaffeecioccolato.blogspot.com/2011/04/versatile-blogger-award.html

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  3. Ciao Fragola! Sono Brina! Che belli il tuo blog, e la colonna sonora è fantastica!! Ho da poco “migrato” il mio blog da iobloggo a wordpress e sono ancora in fase di assestamento! Anche l’indirizzo probabilmente cambierà, questo è solo provvisorio. Mi fa piacere che tu sia passata!

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  4. Un pensierino per te
    http://bookshelf-nicky.blogspot.com/2011/04/versatile-award.html

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  5. un bacio da torino passando per milano, facendo una sosta a bologna...e proseguendo per la puglia........

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  6. Mia cara Strawberry,

    ti comunico che sei nella mia lista Awards:

    http://lacollezionistadidettagli.blogspot.com/2011/04/premi-premi-e-ancora-premiiii.html

    ...ringrziandoti di Cuore, per aver pensato a me! :*
    C.

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  7. Piccolo riconoscimento per te nel mio blog ;)

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