Ci vuole un po' per riemergere dalla visione di Youth - La giovinezza, l’ultimo film di Paolo Sorrentino. Occorre prendersi del tempo, per risalire in superficie dal mare di sensazioni, emozioni e bellezza e per mettere ordine ai propri pensieri, tra gli strati molteplici di un film multiforme. Perché è inevitabile rimanere sopraffatti da Youth, un film dalla disarmante bellezza, di certo, ma che sa andare oltre le sovrastrutture estetiche e baroccheggianti per un racconto di più ampio respiro e contenuto sulla vita e la morte, l’amore e la passione, l’arte e il desiderio, la vecchiaia e quella gioventù tanto decantata, cercata, vissuta, rimpianta, incompresa, respinta, amata. Un cast notevole, da Michael Caine a Harvey Keitel a Paul Dano, corona uno dei film migliori di Paolo Sorrentino, dove la sua poetica ne esce accresciuta, matura, ispessita da un contenuto che fa il paio con la forma, e che regala sentimenti di struggente meraviglia e momenti indimenticabili.