Pensieri di una Strawberry errante

by - 17:17

 

Una delle cose che mi piacciono di più quando viaggio è fermarmi per un pò tra un treno e l’altro. Non so perchè ma mi sembra di aver ritagliato un momento solo per me in cui poter staccare la spina in una giornata che è invece una corsa contro il tempo…

Durante queste pause mi siedo in una sala d’attesa o nei piccoli caffè e mi dedico ad un’altra attività che adoro quando sono in viaggio: osservare la gente.

So che può sembrare antipatico e scortese il fatto mi metta a sbirciare nelle vite degli altri, ma vi assicuro che mai vorrei violare l’intimità delle persone. Solo che guardandole mi perdo nei mille interrogativi che nascono nella mia testa: Come mai è qui a quest’ora? Da dove arriva? Quella tristezza negli occhi da cosa deriva? La rabbia con cui risponde al telefono a cosa sarà dovuta? e mille altre…mi metto a fantasticare sulle loro vite e finisco per inventare storie con loro protagonisti.

Prendete quell’uomo che si è seduto accanto a me. Mangia lentamente della patatine da un pacchetto, uno di quelli per bambini con una sorpresina dentro. Le mangia lentamente e si sofferma a guardare le immagini stampate sul pacchetto. Prende in mano la sorpresa tutta unta e sorride…chissà come mai…forse pensa al suo bambino che è a casa e lo aspetta…lui non vede l’ora di tornare, se solo quel treno non avesse tutto quel ritardo..Apre al sua borsa e conserva in un angolo il giocattolino. Quella serà lo regalerà a suo figlio e lo vedrà sorridere dopo tanti giorni…

C’è una signora seduta al tavolino in fondo. Come me, anche lei ha preso un tè, ma lo sorseggia distratta. Assorta nei suoi pensieri, la sua faccia è un misto di tristezza e delusione. Tra le mani rigira un ciondolo legato alla collana che porta al collo. Un pegno d’amore? Qualcuno che amava e che ora non c’è più? La fine di qualcosa su cui aveva riposto tante speranze? La disillusione di qualcosa che non è come dovrebbe? Il telefono squilla…”Sono qui…arrivo alle 9…ti trovo ad aspettarmi?” Chiude la telefonata, raccoglie le sue cose e si alza. Passandomi accanto mi guarda. I suoi occhi richiamano a una storia troppo difficile e dolorosa da raccontare. Lo sguardo distolto in pochi attimi, la donna sparisce oltre le porte a vetri del bar, portandosi dietro l’atmosfera malinconica attorno a lei…

Uscendo anche io dalla caffetteria per raggiungere il binario giusto, m’imbatto in una coppia con una montagna di valigie tutt’intorno. Lei stringe forte la borsa a sè, lui traffica con le valigie per caricarle sul treno in maniera veloce ed efficiente. Entrambi un pò in là con gli anni, hanno lo sguardo stanco di chi viaggia da diverse ore e non vede l’ora di arrivare a destinazione. “Prego signorina” mi dice col sorriso il signore interrompendosi e aiutandomi a salire sul treno. Sorrido a mia volta e so già chi ho davanti. “Stiamo andando ad Asti a trovare nostro figlio” mi conferma il simpatico signore. Negli occhi di entrambi traspare la gioia dell’imminente riunione. Da quanto non vedono il figlio? La metà delle valigie che hanno con loro sono sicuramente destinate a lui, da bravi genitori del Sud (solo noi sappiamo riempire le valigie non solo di vestiti ma di altre mille cose che una mamma ritiene indispensabili per il figlio neanche stesse partendo per il deserto del Gobi! Open-mouthed smile). Prima ancora di arrivare ad Asti eccoli che trafficano di nuovo con le valigie, l’impazienza ormai è evidente. “Buon proseguimento!” mi dicono salutandomi e mentre il treno riparte li vedo alzare le braccia e salutare animatamente una figura che li sta raggiungendo…

Osservare gli altri è un’attività che mi piace perchè così facendo mi pare di toccare la realtà con mano, sentirla che mi scivola tra le dita. Nelle stazioni una compagine tra le più varie di esseri umani si riversa nei sottopassaggi, sulle banchine, alle biglietterie, nei locali e nei bar, offrendosi all’occhio di un osservatore come un enorme affresco umano in movimento. Ed è imbattendosi in esso che scopro l’essenza del mondo e dell’esistenza umana.

In scienza il BIANCO viene concepito come la somma di tutti i colori. Un “non colore” che rappresenta la totalità. Mi piace pensare che nelle stazioni accada la stessa cosa: ogni uomo, donna, bambino e ogni emozione, sentimento o passione sono assorbiti nel loro turbinio a formare una totalità. Saperla cogliere allora diventa fondamentale per apprezzare un pò di più la vita e la realtà.

Al prossimo viaggio….

Trains_and_Winter_Rains_by_themian

(Train & Winter Rains by ThemianDeviantart)

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6 commenti

  1. il mio compagno mi "cazzea"sempre dice che sono una sfacciata ad osservare le persone....che a volte divento invadente.....ma non e' vero!!!!io come te sono solo curiosa ma non di farmi i fatti loro semplicemente di osservare.....in silenzio....di fare domande dentro di me...
    p.s bella tua musica...

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  2. sarai anche imbranata come dici tu ma io la libreria d anobii sul mio blog nn la so mettere....la musica neanche e....nonostante le tue dritte nemmeno il kurukuru :-((((((

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  3. ma lo sai che anche io adesso ho un kurukuru???
    oggi e' il mio compleanno.....ecco questo lo considero il tuo regalo!!!!GRAZIE.
    buona giornata.

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  4. tra i motivi per cui mi piace viaggiare in treno c'è proprio questo: osservare, ascoltare e a volte parlare con persone appena incrociate!

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  5. Lo faccio anche io, e mi dispiace di irritare le persone, ma non posso neanche evitarlo perché non sono ciechi e se ne accorgono. Ma d'altronde a volte ci incontriamo (noi osservatori) e ci fissiamo infastidendoci l'un l'altro. Il fatto è che in certe persone è fin troppo facile leggere tutto sui loro volti, non essendo in grado di utilizzare le maschere e a me questo piace.

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  6. mi è piaciuto moltissimo leggere questo tuo post..mi ha fatto ritrovare in stazione e provare tutte le sensazioni che hai descritto :) di solito non osservo troppo la gente, anche perchè a mia volta non mi piace essere fissata :/ cominciano a venirmi tutti i dubbi possibili...all'inizio dei miei viaqggi lo facevo perchè come te ero presa dalla curiosità delle vite altrui :) ora qualche volta ancora mi capita, ma non in treno (quando salgo in treno, appena trovo posto, son così stanca per gli orari impossibili di tutti i giorni che finisco con il mettermi a leggere o socchiudere gli occhi mentre ascolto l'mp3 :/) bensì come dici tu in stazione, magari aspettando che qualche treno venga annunciato, o seduta alla caffetteria del bar ^^
    buona serata ^^, ps ti seguo :)

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