Fragola & the Movies [Gennaio 2011]

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Salve! Dopo la pausa dicembrina torna la rubrica dedicata al cinema e ai film.

Avrei tanti film di cui vorrei parlarvi -le vacanze, il freddo, la mia pigrizia e la comparsa del digitale nella mia vita hanno acuito la mia cinefilia- ma per non rendere questo post un papiro di dimensioni bibliche ho deciso di dilungarmi solo su qualcuno di essi, cercando di essere sintetica…

Il primo, non poteva mancare, è Che bella giornata di Checco Zalone.

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D’accordo, dalla premessa che vi ho fatto, sembrava avessi visto solo capolavori da Oscar e, d’accordo, questo film non è certo uno di quelli che verranno ricordati negli annali della storia del cinema., ma questo film non potevo perdermelo.

In effetti me ne stupisco anche io. Non sono mai stata un’amante dei film comici e men che meno dei film nati in seguito all’esplosione di un fenomeno made in Zelig. Per fare un esempio, adoravo Ale&Franz e Ficarra&Picone (pre-Striscia) ma i loro film li ho sempre evitati o visti svogliatamente (che poi non sono neanche male). Ma Checco….Checco…è tutta un’altra storia. Non si può resistere a una tale cialtroneria, alla sua comicità sgrammaticata, alle sue canzoni fortemente allusive…Checco è geniale in qualcosa che in altri sarebbe apparso solo come volgare e inappropriato. Ed è per questo che piace. Se Cado dalle nubi era stato l’ingresso trionfale in una nuova dimensione della sua carriera, Che bella giornata è la conferma di un successo pienamente meritato. La storia raccontata, com’è normale che sia, è poca roba e serve da appoggio a Checco per esprimersi a 360°. Questa volta Checco è un pugliese emigrato a Milano da tanti anni, con la madre perpetua (classico) e il padre cuoco nell’esercito fissato con le cozze (altro classico e grande grandissimo Rocco Papaleo) e un sogno: diventare Carabiniere. Si proprio carabiniere, come lo zio Capobianco che quando sequestrava i Trick&Track era davvero un bel capodanno…A bocca apertaLa Benemerita però non lo vuole e lui, grazie a un aiuto dall’alto (la raccomandazione del prete del paese al vescovo di Milano alias Tulio Solenghi), si reinventa uomo della security del Duomo. Ma la minaccia internazionale incombe…

Luca Medici (vero nome di Checco Zalone) presenta un’immagine esagerata, esilarante e assolutamente estraniante di sé e del mondo che lo circonda dimostrando, però, allo stesso tempo, una grande aderenza alla realtà: la raccomandazione onnipresente; la piaggeria; il lavoro simbolo dell’essere “sistemati”; una chiesa con i suoi malcostumi, accomodante e comodona; le ipocrisie dell’italia intera. La rappresentazione quasi grottesca della Puglia, poi, delle sue caratteristiche, dei suoi pregi e dei suoi difetti, è irresistibile. Per chi è pugliese come me è difficile non guardare quelle scene eccessive ed edulcorate senza scorgervi immagini appartenenti alla propria storia personale: le feste con mille parenti che paiono interminabili, le cene e i pranzi con un’infinità di cose da mangiare e la mamma o la nonna che ti riempiono il piatto fino a scoppiare, i modi  di comunicare gli uni con gli altri, sempre un pò bruschi ma mai freddi o indifferenti…

Checco è il cafone che piace perché troppo assurdo per essere vero! Consiglio questo film a chi si vuole fare due ore di spensierate grandi risate…Continua così Checco!!!

 

Per la serie “Digitale mon amour”, come vi dicevo questo mese ho visto tantissimi film: Le relazioni pericolose (N.B. un classico imperdibile!) , Kissing Jessica Steiner, In Good Company, Il passato è una terra straniera, ecc..tra questi però ce n’è uno che mi è rimasto impresso, soprattutto perché si tratta di una mia riscoperta o, meglio di un mio ricredersi, perché quando uscì qualche anno fa io con superficialità non lo presi nemmeno in considerazione e ho fatto malissimo perché l’ho trovato un film bellissimo (anche se un pò triste). Il film in questione è Into the wild – Nelle terre selvagge.

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Il film, del 2007, è scritto e diretto da Sean Penn che ci ha messo 10 anni per realizzare questa pellicola e portare sul grande schermo la vita di Christopher McCandless, un ragazzo che nel 1990 dopo la laurea decide di abbandonare tutto e tutti e di intraprendere un lungo viaggio lungo gli Stati Uniti per arrivare in Alaska, quelle terre selvagge che paiono promettere a Christopher (interpretato da Emile Hirsch) quella libertà che lui sogna così tanto. In Alaska in effetti troverà la vera libertà ma, purtroppo, anche la morte, avvenuta nell’agosto del 1992. Il film io l’ho trovato non solo bellissimo ma anche ben riuscito dal punto di vista della regia e della recitazione. Sono colpita da come Penn sia riuscito a rendere non solo la veridicità della storia in sé, ma, soprattutto, il profondo amore per la vita e il grande desiderio di libertà che Christopher aveva. In tutto il film si respira questo desiderio di andare oltre la  vita quotidiana che si attacca alle piccole cose materiali, il desiderio di infinito, di comunione con la natura e con l’essere più autentico dell’uomo e del mondo. Lungi dall’essere raffigurato come un martire, Emile Hirsch, calatosi perfettamente nella parte al punto da somigliare al vero protagonista in più punti della pellicola, mette in scena un una ragazzo dal pensiero illuminato e dalla grande voglia di vivere che non voleva piegarsi a un’esistenza che sentiva non appartenergli. Attraverso l’uso dei flash back scopriamo quali siano i motivi del suo malessere e le ragioni familiari e personali per cui compie una scelta coraggiosa, borderline, non curandosi di quali sarebbero state le conseguenze. Alla fine del suo viaggio, in tutti i sensi, Christopher comprende quanto sia preziosa la libertà ma soprattutto la condivisione con i propri simili. Questo è il segreto della felicità. “Happiness only real when shared”. Il film , tratto dal libro di Jon Krakauer “Nelle terre estreme”, ottenne una buona accoglienza di critica e di stampa che lodarono la regia di Penn anche per il rilievo dato alla bellezza dei paesaggi, un pò i co-protagonisti di questa storia. Stupendi, aggiungerei, anche i personaggi corollari (la coppia hippie, il vecchio solitario, la ragazzina cantautrice, il trebbiatore con problemi giudiziari) che ruotano intorno a Christopher insegnandogli qualcosa e contemporaneamente imparando dal lui; un simbolo della bellezza dello scambio tra uomini che sempre li arricchisce e mai li danneggia. Un film che consiglio per riflettere sulla condizione dell’uomo e del mondo in cui viviamo, all’insegna del cinema d’autore.

 

Per concludere, cambiamo assolutamente genere e parliamo di un film d’animazione visto la settimana scorsa: Up della Disney con l’immancabile collaborazione della Pixar.

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Uscito nel 2009, il film è stato scritto e diretto da Pete Docter e Bob Peterson ed è il secondo film d’animazione, dopo La Bella e la bestia, ad essere stato nominato all’Oscar come miglior film (ha vinto invece 2 Oscar come miglior film d’animazione e miglior colonna sonora). In effetti questo “cartone animato” io l’ho trovato semplicemente fantastico! Come ho potuto non vederlo fino ad ora?!? La storia di Carl e Ellie è così commovente da far invidia a Le parole che non ti ho detto, e Russel è così carino che me lo mangerei! Adoro i film della Disney, ne sono una fan da tempo immemorabile come credo milioni di persone, e da Toy Story in poi, la collaborazione con la Pixar mi ha sempre riempito di gioia perché ha il significato di grande qualità e altissima godibilità. Non vi dirò nient’altro, con questo genere di film c’è solo una cosa da fare: sedersi comodi sul divano, far partire il film e gustarselo dall’inizio alla fine!

Per finire, ecco la Wish List dei film che mi piacerebbe vedere in quest’ultimo periodo:

  • Vallanzaska, di M. Placido con Kim Rossi Stuart
  • Qualunquemente, di A. Albanese
  • La bellezza del somaro, di S. Castellitto
  • La versione di Barney, di Richars J. Lewis
  • Vi presento i nostri, di P. Weitz con B. Stiller, Robert De Niro, D. Hoffman, B. Streisand, O, Wilson

E voi? Andrete al cinema questo weekend? A vedere cosa? Se vedete qualcuno dei film qui sopra fatemi sapere com’è andata!

Buon Fine Settimana!

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8 commenti

  1. La bellezza del somaro a Pisa l hanno relegato al cinemino di periferia dopo 3 proiezioni...mi sa tanto che non merita!!
    Vi presento i nostri e Qualunquemente non li perderò nemmeno io!!!:)

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  2. Che bella giornata nonostante la pioggia di recensioni positive non so se lo vedrò, dista anni luce dal "mio genere".
    In to the wild è MAGNIFICO e lo definirei molto triste, non solo un po'. La fotografia lascia senza parole!
    Il passato è una terra straniera è un po' meno bello del libro, ma Elio Germano è troppo bravo e compensa tutto.
    Up è tanto bello per quanto è triste. Non hai idea di quanto ho pianto!!!

    Noi questo week end ci siamo visti Shutter Island. Bravissimo Di Caprio, in un film che devo ancora decidere se mi ha davvero convinta ;-)

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  3. Di Shutter island ne ho senitto parlare benissimo da tanti...mi toccherà vederlo davvero! :-)
    Vero, Into the wild è molto triste, ma non volevo spaventare nessuno così ho deciso per quel pò..:-D

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  4. "vi presento i nostri" l'ho visto, è cariiiino!!!
    sai, di Harry7 so già un po' di cose, parecchie, perchè me l'hanno raccontato. e so che piangerò tantissimo!!!

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