Fragola & the Movies [Marzo 2011]

by - 18:49

Salve a tutti!! La rubrica di questo mese è stata influenzata dai festeggiamenti per i 150 anni del nostro paese e per questo è dedicata a un film pietra miliare del nostro cinema:

Roma Città Aperta di Roberto Rossellini.

Quando ho deciso di andare a vedere questa pellicola, alla mitica Cineteca Lumière qui a Bologna, non vedevo l’ora ma ero anche estremamente preoccupata. Perché il problema con i film neorealisti è che fanno male. Nato nel burrascoso e travagliato secondo dopoguerra, il neorealismo racconta le miserie e i dolori del nostro paese in quegli anni. Con la fine della guerra il desiderio di ritornare a una vita “normale” spinge artisti e e registi a riprendere ciò che avevano abbandonato nei cinque lunghi anni del conflitto mondiale: tornano all’Arte e, incluso, al Cinema. Ma cosa raccontare ora? Non si può più parlare di cose che paiono successe secoli e non anni prima. Tutto ciò che era il mondo come finora l’avevano conosciuto era stato spazzato via da quegli anni di odio e dolore. Ora, per esorcizzare quel periodo, per scacciarlo via, è necessario raccontarlo. Anche perché quella é ora la realtà che si presenta davanti ai loro occhi. Raccontare la guerra diventa quindi esorcismo ma anche catarsi, una via per liberarsi delle tensioni e delle sofferenze che ancora si accumulano negli animi della popolazione. Raccontare la guerra è un’esigenza per poter andare avanti consci di ciò che è stato. Il cinema neorealista è un atto di consapevolezza verso una realtà che si manifesta brutalmente davanti agli occhi di tutti ogni giorno. E che solo raccontandola e prendendone atto può essere superata.

Il film di Rossellini, uscito nel 1945, è considerato il manifesto del movimento neorealista. Ambientata a Roma nel periodo della caduta del regime fascista, la pellicola racconta quei momenti di assoluto sbando degli italiani. Il fascismo è caduto, gli Alleati sono sbarcati in Italia ma non sono ancora arrivati in città, i tedeschi hanno preso il controllo di tutto e la popolazione, confusa ma non abbattuta, si difende come meglio può. Le lotte partigiane e la Resistenza sono al centro di questa pellicola. Perché non ci fu solo la resistenza dei partigiani nascosti nei boschi. In Italia uomini, donne e bambini collaborarono per riprendere possesso del loro paese e delle loro vite. Ecco quindi donne forti e coraggiose che assaltano panifici perché hanno fame e nascondono militanti inseguiti dalla Gestapo (innamorandosi anche di uno di loro) e parroci di quartiere che fanno da tramite e da messaggeri, accolgono fuggiaschi e forniscono loro salvezza e documenti falsi. La storia è raccontata con grande drammaticità e con enorme bravura da parte degli attori. Questo sarà il film che darà fama all’attrice Anna Magnani (nel ruolo di Pina) e ne sancirà il talento. Il suo personaggio è un misto di forza e insicurezza, di speranza, attraverso gli occhi del suo futuro sposo, per quello che verrà e dolore per tutto ciò che finora c’è stato. La Magnani ci racconta di Pina e di tutte le donne che come lei hanno dimostrato forza e tenacia durante la guerra nella forma più naturale e commovente. Il suo amore per Francesco è prova di come la vita si annidi anche nelle disastrose vicende umane, di come fiorisca anche nella desolazione più assoluta. La sua morte, mentre insegue la camionetta che sta portando via il suo Francesco (stupenda scena dalla grande tensione drammatica, gioiello inestimabile della cinematografia italiana), è logica conclusione di un personaggio che vedeva nell’amore, così improvvisamente sbocciato, l’unica strada per sopravvivere a tanta miseria.

Magistrale, poi, l’interpretazione di Aldo Fabrizi nei panni di Don Pietro. Credo di aver visto pochi personaggi così ben rappresentati sul grande schermo, con una tale carica espressiva e drammatica. Un personaggio difficile che introduce nel film il tema della fede. Quando Pina di fronte all’orrore quotidiano a cui devono esistere gli confessa il suo dubbio sull’esistenza di Dio, don Pietro le risponde con una di quelle frasi che ormai sempre più spesso ripete ai suoi fedeli ma a cui forse neanche lui crede più. Di fronte alla morte da parte dei nazisti, poi, il crollo delle fede appare quanto mai evidente: anche il pater noster recitato con il suo ultimo confessore pare essere una litania svuotata di qualsiasi senso. Davanti a tanto male, anche un uomo di Dio devoto come don Pietro cede alla realtà.

Le scene forti, crudeli, il tedesco non tradotto dei gerarchi nazisti, le macerie reali della città di Roma (il film fu girato quando i tedeschi erano appena andati via), l’atmosfera decadente e confusa, le espressioni insicure e spaventate della gente…tutto contribuisce a dare alla pellicola un sapore particolare e contribuiscono a creare una curiosa sensazione nello spettatore, alienato e partecipe insieme, incapace di riconoscersi nei personaggi della storia e nello stesso tempo con l’intensa sensazione che quel che si guarda sul grande schermo ci appartiene più che mai.

Vedere questo film ha significato molto per me in una giornata del genere. Non amo le retoriche e questi 150 anni spesso mi sono parsi più una scusa che altro, ma credo che film del genere ci aiutino a ricordare cosa siamo stati e cosa siamo: una nazione che, nel bene e nel male, dovrebbe sentirsi unita e libera. Perché c’è chi ha lottato duramente ed è morto per renderla tale. Registi come Rossellini insieme ad attori come la Magnani e Fabrizi hanno contribuito a raccontare questa Italia e a mantenere viva la Memoria per un popolo troppe volte smemorato.

Un capolavoro del cinema italiano di cui andare davvero orgogliosi.

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4 commenti

  1. Un film indimenticabile.
    Uno dei grandi Capolavori del Cinema italiano.
    Grandissimo!

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  2. è un film molto intenso,l'ho visto da bambina la prima volta e poi successivamente un numero infinito di volte,fabrizi e la magnani indimenticabili!

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  3. Bellissima recensione, complimenti! Io ancora non sono riuscita a vedere questo film, spero di rimediare al più presto! Indubbiamente la stagione del Neorealismo è stata la più luminosa del cinema italiano!

    Bellissimo blog!

    ;-)

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  4. grazie di questa bellissima recensione, lo vidi da piccola e non lo ricordo per niente, ma ora che ho letto la tua descrizione lo rivedrò il prima possibile!

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