Serie Tv: Mr. Robot, la serie dedicata al mondo degli hacker

by - 21:50


L’estate sta finendo, le vacanze pure e una nuova stagione seriale è lì per ricominciare. Ma prima di essere sommersi da premiere e nuovi pilot da valutare, mi ritaglio una ultima parentesi estiva per parlarvi di Mr. Robot. Mentre eravamo tutti intenti a parlare male di True Detective e a rimpiangere Rust Cohle, infatti, quest’estate è probabile che vi siate persi una delle sorprese del 2015. Insieme a Halt and Catch Fire (di cui non vi ho mai parlato direttamente in questa sede ma che straconsiglio di recuperare #btw), Mr. Robot è stata una delle visioni più belle di questa stagione. Serie creata da Sam Esmail (noto finora per essere il fidanzato di Emmy Rossum di Shameless), Mr. Robot è partita lo scorso 24 giugno negli States, attualmente inedita in Italia, e vanta già la conferma di una seconda stagione anche se la prima non è ancora giunta a termine. Ambientata nel mondo complesso e ipertecnologico degli hacker, a metà strada tra una mega “nerdata” e il miglior thriller, Mr. Robot vi farà cambiare l’idea che avete sugli “smanettoni” ed entrare in una nuova ed eccitante dimensione dove la realtà non è affatto scontata.


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Elliot (Rami Malek) è un programmatore della AllSafe, azienda che si occupa di sicurezza informatica, ma conduce una seconda vita e di notte, grazie alle sue formidabili doti di hacker, si trasforma in un giustiziere informatico a caccia di coloro che, secondo la morale di Elliot e il suo senso di ciò che è giusto o sbagliato, commettono crimini contro la società. Le sue doti non passano inosservate e ben presto viene contattato da un misterioso Mr Robot (Christian Slater) che desidera assoldarlo nella sua schiera di hacker per attuare un piano rivoluzionario: rovesciare il sistema e attaccare la E Corp, dal primo episodio in poi chiamata Evil Corp a confermarne la natura maligna e il suo essere un cancro della società (evil significa malvagio, funesto, cattivo), con la quale Elliot ha un conto in sospeso da quando suo padre morì ammalandosi gravemente tra i corridoi dell’azienda. Da questo momento la vita di Elliot, riservata e solitaria anche a causa dei suoi disordini e disfunzioni antisociali che gli impediscono di relazionarsi con il mondo, sarà completamente stravolta, trasformandosi non solo in una corso contro il tempo per far fuori il “nemico”, ma anche in una caccia alla verità che fin da subito appare chiaro essere contorta e non così facile da leggere e interpretare.

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L’intera storia ci viene raccontata dallo stesso protagonista nel momento esatto in cui le vicende si succedono. Il ragazzo è in terapia e vede regolarmente un’analista e per questo crede di rivolgersi all’ennesimo “amico immaginario”, spettatore silenzioso delle sue avventure. Tuttavia, questo espediente metanarrativo e metatelevisivo permette a noi veri spettatori di entrare fin da subito nella storia, penetrare facilmente la spessa coltre che separa Elliot dalla realtà e sentirci subito parte integrante di ciò che guardiamo sullo schermo, con un effetto di coinvolgimento perfettamente riuscito e totale. Il merito di tale immedesimazione va soprattutto all’interpretazione di Remi Malek, che ci piace e ci convince nei panni dell’hacker asociale e allucinato, confermandosi un attore talentuoso e una delle rivelazioni di quest’anno destinate a dare notizia di sé molto a lungo.

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Insieme alla indubbia bravura di Malek, convincenti risultano essere anche la storia e l’universo in essa raccontato. Se Halt and Catch Fire ha sdoganato in tv il mondo dei programmatori e dei pionieri della moderna tecnologia e informatica, con Mr Robot scende in campo quello dell’hacking estremo, degli attacchi informatici ai sistemi di sicurezza, e con esso arriva anche l’idea di un mondo dove il controllo è potere e dove ribellarsi a questo stato di cose sembra tanto necessario quanto difficile. Elliot diventa così voce dei pensieri più reconditi di una società che intuisce la presenza di un errore nel sistema ma non sa cosa sia e dove trovarlo. Lui ha le capacità e le risorse per riuscirci, finalmente.


Se nel primo caso il mondo della tecnologia si trasforma in metafora di un disagio generazione e delle illusioni e aspettative di un’epoca, in Mr. Robot la figura dell’hacker diventa qualcosa di familiare e comprensibile, paladino della società nel quale quasi riconoscersi e per cui fare il tifo, ma tale processo si verifica non certo per semplificazione: la terminologia è specifica e precisa, la metà delle azioni compiute dai personaggi sono per noi comuni mortali incomprensibili o stupefacenti, eppure non c’è nulla che sappia di esagerato, eccessivo, fantascientifico. Ogni azione ha una sua plausibilità e la veridicità con cui Elliot e gli altri personaggi agiscono trasmette un’idea di strategia, riflessione, pianificazione tale da impedire allo spettatore di dubitare che qualcosa sia inventato o finto, in un mondo in cui tutto invece sembra ormai possibile, e allo stesso tempo spinge a intrigarci ed emozionarci di fronte a quello che pare a tutti gli effetti un azzardo reale e per questo quanto mai avvincente.

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A garantire l’impatto e la forza di tale messaggio ci pensano colonna sonora e resa visiva, entrambe curate e attente ai vari momenti salienti della storia. L’alternanza di sonorità elettroniche con brani più orecchiabili ben si adattano alla natura del protagonista e all’adrenalinica avventura che vive, dagli equilibri delicati e l’andamento schizofrenico, mentre le immagini e la fotografia edulcorata, spesso giallognola che dona un aspetto malsano a chiunque,  in diversi tratti quasi fluorescente come quella resa dai pixel degli schermi, denotano ed evidenziano il carattere disturbante e allucinogeno della serie. La regia, pulita e precisa, solo di tanto in tanto si lascia andare a incursioni visionarie e immagini oniriche, che danno all’intera vicenda contorni distorti e alienanti, accrescendo, però, proprio per questo, l’interesse e l’attenzione per ciò che viene raccontato.

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A voler cercare un difetto in Mr. Robot, questo possiamo trovarlo nella caratterizzazione dei personaggi secondari. Visti attraverso lo sguardo di Elliot, questi appaiono sfocati e sfuggenti, ma al contempo rivelano tratti che facilmente li catalogano in una categoria più o meno nota di personaggi, come l’amica/eterno amore Angela oppure la hacker Darlene, intelligentissima ma che si rivela come la bad girl con problemi di gestione della rabbia. I cattivi, poi, appaiono fin troppo eccentrici, a partire dal soprannome diabolico dato all’azienda contro cui si batte Elliot, e quasi tutti i personaggi investiti di quel ruolo appaiono quasi voler scardinare quella rete di credibilità e verosimiglianza che la serie con tanta cura cerca di costruire. Eppure, occorre fare attenzione in questa definizione dei caratteri, perché se c’è qualcosa che la vicenda di Elliot ci insegna nel corso degli episodi è proprio che niente è come sembra e che a realtà è pronta a farci ricredere e a ritornare sulle nostre posizioni costantemente. A ogni modo, tra tutti i vari personaggi una menzione spetta a Christian Slater, in spolvero dopo anni di alti e bassi, qui benissimo nella parte di personaggio chiave per la storia personale del protagonista.

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Piccole pecche a parte, Mr. Robot si rivela una delle serie più interessanti dell’anno, dal grande potenziale e dagli spunti di riflessioni tutti da sviluppare, in grado, con la sua storia distorta e allucinogena, di mostrare al mondo della serialità qualcosa di nuovo e sorprendente. I gusti cambiano e Mr. Robot ne è un segno, assolutamente da non lasciarsi scappare.


Eh sì, Remi Malek mi piace un botto.

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6 commenti

  1. Mi ero persa questa interessantissima serie, mi affascina molto e mi è piaciuto quello che hai scritto. La recupererò presto ;)

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  2. non lo conoscevo, ma mi attrae tantissimo! Sembra una serie figa, nuova rispetto a tutto il resto!

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  3. Cavolo questa me l'ero persa, la aggiungo subito alla lista delle serie da tenere d'occhio ;) Vero che tra poco ci farai il post con le nuove serie autunnali?? :)

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  4. Eccomi qui, dopo tanto tempo.
    Come stai? Tutto bene?
    Anch'io vorrei abbandonarmi a qualche serie interessante come questa...

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