La Recensione del mese – Ottobre 2010
La recensione di questo mese è su un classico del ‘900: Il Signore delle Mosche di W. Golding.
Titolo: Il Signore delle Mosche (Lord of the Flies)
Autore: William Golding
Anno: 1954
Editore: Mondadori
Il ragazzo dai capelli biondi si calò giù per l'ultimo tratto di roccia e cominciò a farsi strada lungo la laguna. Benché si fosse tolto la maglia della scuola, che ora gli penzolava da una mano, la camicia grigia gli stava appicicata addosso, e i capelli gli erano come incollati sulla fronte. Tutt'intorno a lui il lungo solco scavato nella giungla era un bagno a vapore. Procedeva a fatica tra le piante rampicanti e i tronchi spezzati, quando un uccello, una visione di rosso e di giallo, gli saettò davanti con un grido da strega; e un altro grido gli fece eco:
"Ohè! Aspetta un po'!"
Qualcosa scuoteva il sottobosco da una parte del solco, e cadde crepitando una pioggia di gocce.
Il libro racconta la storia di un gruppo di ragazzi, di età compresa tra i 6 e i 12 anni, il cui aereo. durante un conflitto mondiale, viene colpito e precipita su un’isola deserta. Gli unici sopravvissuti sono loro poiché non c’è traccia di nessun adulto salvatosi dall’impatto. Lasciati a sé stessi i ragazzi cercano di unirsi e organizzarsi tra di loro, creando una piccola società che emula, nei modi e nelle istituzioni, la società dei grandi. Ma l’emulazione è fine a sé stessa e non porta altro che confusione tra i ragazzi, conducendoli, uno ad uno, ad abbandonare la civiltà, rappresentata dal povero Piggy e dalla conchiglia a cui sempre si aggrappa disperato, per seguire Jack, simbolo di quegli istinti primordiali che sono dentro di noi e che attendono solo occasioni del genere per uscire. “Gli uomini producono il male come le api producono il miele” diceva Golding e in effetti il libro presenta una visione assolutamente pessimista dell’uomo e della sua società. Senza una società che regola la vita dell'uomo, lo pone a giudizio e frena i suoi istinti primordiali, l’uomo è lasciato in balia di sé stesso. La società è una gabbia per gli uomini che loro stessi si sono creati per darsi ordine e civiltà. Al di fuori ci sono solo barbarie, incubi, azioni cruente e deliranti, espressioni del nostro IO più recondito che ci fa paura. Rendere protagonisti dei ragazzi aumenta poi il senso di inquietudine e di angoscia senza speranza. Il personaggio di Ralph, un pò il protagonista dell’intera vicenda, sull’isola cresce e matura scostando finalmente il suo ciuffo di capelli dagli occhi e osservando la realtà per quello che è. Il suo pianto finale è un pianto di dolore e rassegnazione per il passaggio da una verde età di semi-incoscienza a un'età di inconsapevole perdita di innocenza, quando cominciano a manifestarsi quei sentimenti che maturano poi nell'adulto e che vengono solitamente ingabbiati dalle convenzioni sociali ma che qui esplodono in un turbinio di azioni violente e senza alcun senso se non quello recondito dettato dall’istinto “malefico” dell’essere umano, a cui nessuno può dare voce e parole (evidente nei dialoghi dei ragazzi fatti di frammenti e parole taciute).
Il Signore delle Mosche è un libro che va letto. A scuola, all’università, a 10, 20, 30..50 anni, 100. Va letto almeno una volta nella vita. Perché, al di là dell’essere d’accordo o meno sulla tesi di fondo di Golding, ovvero sull’innata malvagità dell’essere umano, il romanzo ci apre gli occhi su ciò che della natura umana meno sappiamo e meno vogliamo conoscere; ci svela quegli impulsi arcaici che teniamo costantemente a freno ma che a volte, ed è evidente nella realtà quotidiana che viviamo, riemergono con incredibile ferocia. Un libro per conoscersi e per riflettere sulla società umana. Assolutamente imperdibile.
5 commenti
Mi sà che sto libro lo leggo mi fa curiosità! :D
RispondiEliminaconcordo assolutamente con il tuo giudizio... io l'ho letto alle superiori dopo averne trovato un passo sull'antologia di inglese (ma poi il libro non l'ho certo letto in lingua originale!) e ti dirò che, pur essendomi rimasta una gran voglia di rileggerlo, non oso farlo poichè mi ricordo nettamente il diagio da stretta allo stomaco e la tristezza che mi avevano investito durante la lettura.
RispondiEliminama, come dici, davvero imperdibile!
Anche io l`ho letto e penso che sia uno di quei libri che vanno letti, anche solo perche` scatenano riflessioni di una portata tale da cambiare il modo di pensare di una persona.
RispondiEliminaPersonalmente, per me e` stato cosi`!
che bella recensione, fragolina!! siccome questo è uno dei tanti libri "in attesa", lo farò slittare di posizione e lo leggerò prestissimo!! :*
RispondiEliminaconcordo!
RispondiEliminae come Auryn anch'io sono combattuta tra la voglia di rileggerlo e il disagio provato durante la lettura che mi tiene lontana... Assolutamente da leggere!!!