La Recensione del Mese – Gennaio 2012
Per questa prima recensione del 2012 ho scelto un libro che la casa editrice Marsilio mi ha gentilmente inviato in concomitanza con la loro iniziativa “Blogger, a voi la parola!” di cui vi ho parlato qualche tempo fa. Il libro in questione è Blacklands di Belinda Bauer.
Titolo: Blacklands
Autore: Belinda Bauer
Anno: 2011
Editore: Marsilio
Pagine: 232
Exmoor grondava felci sudicie, erba ispida e scialba, ginestra spinosa e erica giovane. Sembrava che un fuoco bagnato avesse spazzato il paesaggio lasciandolo tutto annerito, portando via con sé gli alberi e abbandonando la brughiera intirizzita e nuda ad affrontare l’inverno priva di protezione. Il piovischio dissolveva l’orizzonte, offuscava cielo e terra trasformandoli in un bozzolo grigio che avvolgeva l’unico punto di riferimento visibile: un ragazzino di dodici anni, solo, che indossava una cerata nera e lucida, ma senza cappello, e con un badile in mano.
Non sono una grande appassionata di gialli e thriller. Tuttavia non mi nego di tanto in tanto un assaggio di questo genere. E riesco a riconoscere un buon libro giallo quando me lo trovo davanti, anche se nono sono un’esperta. La prima prova come scrittrice di Belinda Bauer, quindi, sicuramente non poteva andare meglio.
In Blacklands quasi ogni forma di innocenza è bandita. Il mondo appare come una landa brulla e desolata in cui regna il dolore e l’ingiustizia. Perlomeno è questo il mondo visto con gli occhi di Steven Lamb, un ragazzino di dodici anni che vive a Shipcott, piccola cittadina nell’Exmoor dove la brughiera inglese è sovrana. D’altronde non potrebbe essere diversamente: Steven vive in una famiglia dilaniata dalla sofferenza. La “povera signora Peters”, sua nonna, ha vissuto molti anni prima che il nipote nascesse, una delle tragedie più grandi, la perdita di un figlio, scomparso e ucciso da un serial killer pedofilo. Quella tragedia distrusse le vite della nonna e della madre di Steven e ancora si ripercuote sulle loro vite e su quelle di Steven e del piccolo Davey, suo fratello,a causa delle inquietanti circostanze dell’omicidio di zio Bill: il corpo del ragazzino, infatti, non venne mai trovato. Il giovane protagonista cresce sobbarcandosi il dolore muto della nonna, quello straziante e autolesionista della madre, nonché il senso di confusione e di smarrimento del fratellino. E tale senso di impotenza, la mancata fiducia in un futuro in cui non è previsto nessun riscatto sembra propagarsi per l’intera cittadina, rimasta bloccata all’epoca del tragico avvenimento. Tutto questo porta il ragazzo, nel tentativo di poter assaporare per la prima volta quella sensazione di calore che contraddistingue le famiglie felici e “normali”, a decidere di ritrovare la salma di quello zio mai conosciuto ma così presente nella sua vita, sicuro che il ritrovamento avrebbe, finalmente, posto fine agli incubi che da anni convivono con la nonna e sua madre. Ma come fare per trovarlo? L’Exmoor è così vasto e il suo badile e le sua braccia non basteranno…Steven decide così di mettersi in contatto con Arnold Avery, il killer che è stato la causa di tutto. Ma il ragazzo non sa che la sua lettera sta per scatenare un gioco pericoloso, una caccia al topo inquietante e minacciosa…
Belinda Bauer ci racconta una storia di dolore, morte ma anche di speranza e senso di giustizia. La sua Inghilterra è lontana dalla patina scintillante di Londra e dal folklore british delle sue citta più grandi. Quella che ci racconta è l’altra faccia del paese, quella fatta di paesini immobili nel tempo, di working class e gente che si dà da fare per poter vivere decorosamente, di uomini che cadono nel lato oscuro e vi restano per sempre. La storia di Steven è narrata senza particolare picchi emotivi verso il protagonista e le sue vicende personali; tuttavia, viene messa in luce tutta la sua innocenza e la sua speranza che, nonostante la vita tutt’altro facile toccatagli in sorte, niente riesca a scalfire. Impossibile non fare il tifo per lui, anche quando si mette in testa di scrivere all’assassino. Ciò che il lettore percepisce è, soprattutto, il senso di alienazione che il protagonista prova, estendendosi a tutti i personaggi che abitano il romanzo, verso una vita miserabile, dalla quale sembra impossibile uscire. Tutto pare uniformarsi alla piattezza e alla desolazione del paesaggio che circonda la cittadina e l’intera storia, a tal punto che anche il ritmo della narrazione per buona parte del romanzo pare essere lento e monocorde, salvo poi accelerare progressivamente quando entra in scena Avery e inizia la relazione tra il ragazzo e l’assassino, fino ad arrivare a quegli ultimi momenti in cui difficilmente chi legge potrà smettere di farlo fino a che non sarà arrivato alla fine. Il personaggio di Avery è sicuramente quello che, in linea con il genere del romanzo, dà il mordente alla storia. Questo viene rappresentato in maniera dettagliata e molto realistica. L’autrice cerca di farci entrare nella testa dell’assassino attraverso la descrizione delle sue manie e fobie, attraverso le sue contorte riflessioni e i suoi terribili pensieri. E’ un personaggio che fa paura fin dalla sua prima comparsa nel romanzo il senso di inquietudine accompagna il lettore lungo tutta la narrazione, diventando terrore vero e proprio nelle ultime pagine. Arrivati all’ultima pagina, un sospiro di sollievo darà inevitabile.
Un intreccio sapientemente costruito, un personaggio davvero cattivo e un protagonista il cui giovane punto di vista, abbattuto ma non ancora vinto, permette di vederci chiaro nella nebbia che avvolge la brughiera desolata che è la sua esistenza, oltre a un linguaggio schietto, naturale e quotidiano, crudo in certi passaggi ma mai violento o cruento, permettono a Blacklands di possedere tutti gli ingredienti per essere un buon giallo e una lettura intrigante.
Voto: e 1/2
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Approfitto di questo spazio per comunicarvi un’altra interessante iniziativa di Marsilio. Dal 1 febbraio parte un Gruppo di Lettura dedicato a “La verità del Serpente” di Gianni Farinelli. Il GdL, che verrà seguito tramite il blog della casa editrice con un post per ogni tappa del percorso, è pensato per poter condividere la lettura del romanzo con altri appassionati del libro e poter dare spazio a commenti, riflessioni e dibattiti sul libro e gli argomenti trattati. Trovo che si tratti di un’iniziativa molto interessante. Per chi fosse interessato pubblico il calendario del GdL e vi rimando al link della pagina in cui se ne parla:
1 febbraio – Il male si insinua (lettura fino a pagina 154)
8 febbraio – Un suicidio perfetto (lettura fino a pagina 222)
15 febbraio – La verità del serpente (lettura fino a pagina 294)
22 febbraio – Commiato… con un ospite d’eccezione! (fine del romanzo)
pagina del blog di Marsilio: http://blog.marsilioeditori.it/2012/01/20/gruppo-di-lettura-la-verita-del-serpente/
Accorrete numerosi!
11 commenti
Io leggo volentieri i thriller ma questa autrice non la conoscevo.
RispondiEliminaUn abbraccio
sembra interessante...
RispondiEliminaio non leggo molto i thriller però è stato interessante leggere le tue recensioni, grazie
RispondiEliminagrazie dell'info fragolina! buona giornata!
RispondiEliminaanche io ho partecipato all'iniziativa della Marsilio, solo che io ho scelto di recensire "La donna in gabbia". molto interessante la tua recensione, sebbene come te, i non preferisca i thriller come genere ... ecco non mi appassionano!!
RispondiEliminaSono un'amante dei classici e dei vecchi romanzi novecenteschi, probabilmente non riesco ad apprezzare a pieno i libri gialli!!
RispondiEliminaB.
http://confidentialmode.blogspot.com/
Non sono appassionata di gialli e di thriller...
RispondiEliminaBuona notte.
Che bella questa iniziativa! Anche io non sono un'amante del genere, però non disdegno (ci si può sempre ricredere, e poi secondo me dipende molto anche dal libro in sè).
RispondiEliminaComunque, ti ringrazio per l'apprezzamento alla mia top ten e ti consiglio vivamente Steinbeck e soprattutto "La vita davanti a sè", vedrai che non te ne pentirai :)
I gialli non mi dispiacciono, ci farò un pensierino!! :)
RispondiEliminapremiuzzo :)
RispondiEliminame lo ero perso questo post.... questo libro mi sembra interessante, ma solo perché adoro il genere... d'estate sono i miei libri preferiti... senza un'indagine sotto l'ombrellone, fra un bagno e l'altro ci si annoia... ma sto parlando dei miei sogni futuri... perché adesso mi riesce facile solo il brrrrrrrr che freddo !!!! ahahahah
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