Serie tv: Gomorra, la serie tv made in Italy
Chi se lo aspettava che alla fine della stagione seriale, dopo episodi su episodi rigorosamente in english, mi sarei ritrovata a parlare in italiano di serie tv? Eppure, incredibile ma vero, è successo. In questo ultimo scampolo di primavera noi guardiamo Gomorra – La serie, in onda su Sky, e ci piace anche tanto. Dopo la fine di Romanzo Criminale, in Italia si torna a produrre una serie tv di alta qualità, all’altezza di quelle internazionali, tanto che all’estero si sono fomentati subito e hanno acquistato il pacchetto intero. Una serie dal realismo crudo ed estremo, che opprime e lascia doloranti, ma che ci farà dimenticare preti in bicicletta a caccia di delitti, commissari buoni e fanfaroni, professoresse isteriche alla ricerca del mistero e famiglie allargate tutte all’insegna del “volemose bene”. Almeno per un po’.
Gomorra si ispira al famoso libro di Roberto Saviano, che ha dato il suo benestare alla serie collaborando come consulente agli inizi della produzione. Tuttavia, con il romanzo di Saviano la seria ha in comune solo la storia della faida, mostrando, fin da subito, un carattere indipendente, lontano anche dal film di Matteo Garrone, che aveva desunto dall’opera lo spirito più nero, tralasciando però lo sguardo interno al clan e alla faida tra famiglie e boss. Elemento che invece troviamo preponderante in Gomorra – La serie. La storia prende le mosse dal clan dei Savastano, con a capo Pietro, boss di Secondigliano temuto e rispettato, e costellato da tutta una serie di uomini fidati, tra cui spicca Ciro, detto “l’Immortale”, giovane e intraprendente uomo della cosca, desideroso di emergere di fronte al deterioramento del regno di potere di don Pietro. Ci sono poi la moglie di Pietro, donna Immacolata, che sa esattamente qual è il suo posto, ovvero accanto al marito e a un passo da potere, eminenza grigia che dalla sua costosissima e pacchiana poltrona in finto stile rococò tiene le file degli affari di famiglia, e il figlio “Genny” Gennaro, un ragazzo che si porta dietro tutto il peso di un destino che non si è scelto ma da cui sembra non avere scampo.
Gomorra si distacca da romanzo e cinema e intraprende una sua strada, quella della televisione di qualità e delle produzioni di carattere internazionale. Il regista e showrunner Stefano Sollima, già regista di Romanzo Criminale e quindi, in qualche modo, una garanzia a scatola chiusa, ha ben in mente la lezione che viene da oltre oceano e sa come metterla in pratica. La serie si spoglia dell’elemento di condanna che era il fulcro dell’opera di Saviano e va ancora più in profondità rispetto alle vicende narrate da Garrone. L’attenzione è tutta sul ricreare un realismo assoluto, tanto tragico quanto vero, qualcosa a cui forse il pubblico italiano non è più abituato, utilizzando quei linguaggi tecnici e scenografici delle migliori serie targate HBO, Showtime, FX. Una fotografia curata e attenta ai dettagli mette in evidenza uno dei tratti distintivi più importanti della serie: Gomorra è stata girata proprio lì dove sono avvenute le vicende raccontate. Scampia, le Vele, Napoli Nord, persino la vera casa dei Savastano… la serie ritrae in modo spietatamente autentico ambientazioni e luoghi dove ciò a cui assistiamo nella serie è avvenuto e continua ad avvenire. Il linguaggio si colora del dialetto napoletano, quello vero, privo della bonarietà da caricatura con cui ci viene spesso presentato, ma sferzante, in qualche modo “sconosciuto” proprio perché esterno al cliché, tanto da rendere necessari i sottotitoli in alcune scene. Una specificità che dà alla serie una connotazione italiana in tanta internazionalità. Il quadro che viene confezionato è quanto mai verosimile e non lascia indifferenti: punge, irrita, inquieta, colpisce. E proprio per questo conquista.
Il pregio più grande di Gomorra, però, è la qualità di scrittura e caratterizzazione dei personaggi. Fin dal primo episodio tutti i personaggi appaiono ben delineati, dai tratti netti e distinguibili, al punto che anche il personaggio minore non ci dà mai l’impressione di essere “piatto”, ma di avere una gamma di sfaccettature pronta ad essere scoperta, senza mai cadere nello stereotipo o, peggio, nella caricatura. Gli attori chiamati a interpretare i protagonisti della vicenda sono professionisti per lo più sconosciuti al grande pubblico e le loro interpretazioni sono pienamente riuscite e credibili: Marco D’Amore veste alla perfezione i panni di Ciro, mentre Fortunato Cerlino e Maria Pia Calzone sono ottimi nelle parti di boss e consorte.
La carta vincente di Gomorra, al di là del livello qualitativo raggiunto e dell’autenticità che si fa cardine dell’intera produzione e ne determina il carattere, sta soprattutto nella sua unicità. Unicità rispetto all’opera di Saviano e alla prima rielaborazione cinematografica di Garrone, dimostrando la capacità di essere un prodotto a sé stante. Unicità rispetto al non essere un’emulazione dello stile americano, ma una produzione che sintetizza linguaggi internazionali con specificità tutte italiane. Unicità, infine, nel suo essere qualcosa di totalmente alieno rispetto al panorama di fiction che imperversano in televisione qui in Italia. Gomorra – La serie è un buon prodotto che, finalmente, ci solleva dai pietosi standard italiani degli ultimi anni e ci consente di metterci in gioco con le produzioni estere, certi questa volta di non sfigurare.
12 commenti
che figata di serie!
RispondiEliminapresto ne parlerò anch'io...
il mio idolo comunque è genny :)
Genny è in effetti molto più del personaggio che all'inizio vogliono farci credere... ci piace!
Eliminasono molto incuriosita da questa serie, non vedo l'ora di vederla
RispondiEliminaHo amato Romanzo Criminale e anche questo sembra meritare....
RispondiEliminaNon so come cazzo sia possibile che me lo stia perdendo... una serie di congiunzioni astrali ha voluto che non vedessi gli episodi, finora... ma ovviamente recupererò :)
RispondiEliminaMoz-
Io purtroppo nelle ultime settimane non sto guardando nulla, mi sa che rimando tutto all'estate! :)
RispondiEliminaQuando e dove? Me la sono persa :(
RispondiEliminaSky, ma la puoi recuperare facilmente... e poi pare che arriverà in chiaro anche su La7 (ma solo dopo che sarà andata in onda tutta su Sky)
Eliminaquseta serie fa paura e' stupenda!!!!!
RispondiEliminame ne parlava il mio coinquilino casertano proprio qualche sera fa, eppure a lui non sta piacendo, proprio per quel marcato realismo di cui parlavi. comunque mi hai incuriosita, spero di riuscire a vederla :)
RispondiEliminaSono curioso, anche se onestamente, non chiedermi il perché, ma il nome della serie mi fa storcere il naso. Sarà per il film che non ho guardato perché frenato dalla fotografia. Sicuramente guarderò qualche episodio, ma ho molte remore, come l'accento napoletano, il passo da capolavoro a tammurriata è molto breve.
RispondiEliminaCaro Giuseppe, questa serie mi ha convinto molto perché per la prima volta le cose in Italia vengono raccontate senza i soliti cliché da fiction... la storia è raccontata bene e con vivo realismo... non entro nel merito delle polemiche che sono nate, dell'immagine che viene data ecc... qui mi sono concentrata sul mio essere una grande appassionata di serie tv e non posso negare che la serie sia fatta bene, racconta una storia precisa con criteri di alto livello... sull'immagine che dà lasciami dire che bisogna essere parecchio ottusi per fare di tutta l'erba un fascio e credere che quella sia l'unica realtà... ci sono tante realtà, tanti spaccati di vita e la serie si concentra su uno di questi, di sicuro difficile e controverso, ma che non credo voglia limitare la visione di una città e di una terra solo a quella porzione di realtà... fammi sapere se la vedrai... :-)
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