Books in the Kitchen: Omelette alla Pereira + limonata
Torna Books in the Kitchen con un nuovo libro e una nuova ricetta. Devo ammettere che quando ho pensato a Pereira la prima cosa che mi è venuta in mente è stata la limonata, visto che nel libro di Tabucchi il personaggio ne beve a profusione, con e senza zucchero, a volte intervallate da un bicchierino di Porto. Riandando indietro con i ricordi, però, mi è tornato alla memoria il complemento classico a ogni limonata: l’omelette alla erbe aromatiche. Da quel pensiero a questa rubrica è stato un attimo. e allora eccomi qui a presentare Sostiene Pereira di Antonio Tabucchi e la sua omelette e limonata.
Sostiene Pereira fu pubblicato nel 1994, vincitore sempre quell’anno del Premio Campiello. Il romanzo racconta la storia del dottor Pereira, un giornalista che vive nella Lisbona salazarista del 1938, in pieno regime dittatoriale. Pereira ha abbandonato la cronaca nera e, dopo la morta dell’amata moglie, si è rintanato nel suo ricordo e nella rubrica culturale del quotidiano Lisboa. Pereira è un uomo solo, riflessivo, introverso, obeso e cardiopatico, chiuso in una vita fatta di memorie e abitudini fisse, che non lasciano nessuno spazio al presente o al futuro. Tra le sue abitudini c’è proprio quella recarsi tutti i giorni a fare colazione al Café Orquidea, ordinando sempre le stesse cose: omelette e limonata. La sua vita ordinaria viene però sconvolta dall’incontro con un giovane giornalista, Francesco Monteiro Rossi, oppositore del regime e rivoluzionario insieme alla fidanzata Marta. Inizialmente Pereira non vuole lasciarsi coinvolgere dalle loro attività, ma ben presto si affeziona ai due giovani e, soprattutto, si rende conto della realtà violenta e buia in cui vive, un pensiero che non può lasciarlo indifferente e che lo risveglia completamente. Sarà così che Pereira darà rifugio a Monteiro e in quell’occasione l’omelette, da semplice relitto in un mare di ricordi e solitudine, diventerà qualcosa di diverso e nuovo, simbolo di condivisione, affetto, speranza, presa di consapevolezza, coscienza civile, eroismo, riscatto, sguardo al futuro. Ovviamente non vi racconterò il finale, amaro, triste ma che lascia spiraglio alla speranza, e lascio a voi il piacere di scoprirlo da soli. Quello che rimarrà di sicuro è lo straordinario personaggio di Tabucchi e un libro che parte in sordina per poi rimanerti sotto la pelle. Inevitabile affezionarsi a Pereira e portarlo con sé, anche molti anni dopo la lettura.
Nel brano in cui vi propongo, Pereira dà ospitalità a Monteiro Rossi in fuga dalla polizia politica. Il giovane è arrivato trafelato e spaventato a casa di Pereira, il quale lo accoglie in casa sua, fornendogli un bagno, una camicia pulita e un po’ di riposo nel suo letto. Verso sera, Pereira decide di preparare la cena per entrambi ed è lì che il protagonista ci descrive la sua ricetta per l’omelette alle erbe aromatiche:
Alle otto Monteiro Rossi dormiva ancora. Pereira si recò in cucina, sbattè quattro uova, vi mise un cucchiaio di mostarda di Bigione e un pizzico di origano e di maggiorana. Voleva preparare una buona omelette alle erbe aromatiche, e forse Monteiro Rossi aveva una fame del diavolo, pensò. Apparecchiò per due nel salotto, stese una tovaglia bianca, mise i piatti di Caldas da Rainha che gli aveva regalato il Silva quando si era sposato e sistemò due candele su due candelieri. Poi andò a svegliare Monteiro Rossi, ma entrò piano nella stanza perché in fondo gli dispiaceva svegliarlo. Il ragazzo era riverso sul letto e dormiva con un braccio nel vuoto. Pereira lo chiamò, ma Monteiro Rossi non si svegliò. Allora Pereira gli scosse il braccio e gli disse: Monteiro Rossi, è l'ora di cena, se continua a dormire non dormirà questa notte, sarebbe meglio che venisse a mangiare un boccone. Monteiro Rossi si precipitò giù dal letto con l'aria terrorizzata. Stia tranquillo, disse Pereira, sono il dottor Pereira, qui è al sicuro. Andarono in salotto e Pereira accese le candele. Mentre cuoceva l'omelette offrì a Monteiro Rossi un paté in scatola che era rimasto nella dispensa, e dalla cucina chiese: che cosa le è successo, Monteiro Rossi? Grazie, rispose Monteiro Rossi, grazie dell'ospitalità, dottor Pereira, e grazie anche per i soldi che mi ha mandato, me li ha fatti recapitare Marta. Pereira portò in tavola l'omelette e si sistemò il tovagliolo intorno al collo. Dunque, Monteiro Rossi, chiese, cosa succede? Monteiro Rossi si precipitò sul cibo come se non mangiasse da una settimana. Piano, così si strozza, disse Pereira, mangi con calma, che poi c'è anche del formaggio, e mi racconti. Monteiro Rossi ingoiò il boccone e disse: mio cugino è stato arrestato. Dove, chiese Pereira, alla pensione che gli avevo trovato io? Macché, rispose Monteiro Rossi, è stato arrestato in Alentejo mentre cercava di reclutare gli alentejani, io sono sfuggito per miracolo. E ora?, chiese Pereira. Ora sono braccato, dottor Pereira, rispose Monteiro Rossi, credo che mi stiano cercando per tutto il Portogallo, ho preso un autobus ieri sera, sono arrivato fino al Barreiro, poi ho preso un traghetto, dal Cais de Sodré fino a qui sono venuto a piedi perché non avevo soldi per il trasporto. Qualcuno sa che è qui?, chiese Pereira. Nessuno, rispose Monteiro Rossi, nemmeno Marta, anzi, vorrei comunicare con lei, vorrei dire almeno a Marta che sono al sicuro, perché lei non mi manderà via, vero dottor Pereira? Lei può restare qui tutto il tempo che vuole, rispose Pereira, almeno fino a metà settembre, fino a quando non ritornerà la Piedade, la portiera dello stabile che è anche la mia donna di servizio, Piedade è una donna fidata, però è una portiera e le portiere parlano con le altre portiere, la sua presenza non passerebbe inosservata. Beh, disse Monteiro Rossi, di qui al quindici settembre mi troverò un'altra sistemazione, magari ora parlo con Marta. Senta, Monteiro Rossi, disse Pereira, lasci perdere Marta per ora, finché lei è a casa mia non comunichi con nessuno, se ne stia tranquillo e si riposi. E lei cosa fa, dottor Pereira, chiese Monteiro Rossi, si occupa ancora dei necrologi e delle ricorrenze? In parte, rispose Pereira, ma gli articoli che mi ha scritto sono tutti impubblicabili, li ho messi in una cartellina in redazione, non so perché non li butto via. È tempo che le confessi una cosa, mormorò Monteiro Rossi, mi scusi se glielo dico così in ritardo, ma quegli articoli non sono tutta farina del mio sacco. Come sarebbe a dire?, chiese Pereira. Beh, dottor Pereira, la verità è che Marta mi ha dato una buona mano, in parte li ha fatti lei, le idee fondamentali sono sue. Mi pare una cosa molto scorretta, replicò Pereira. Oh, rispose Monteiro Rossi, non so fino a che punto, ma lei, dottor Pereira, lo sa cosa gridano i nazionalisti spagnoli?, gridano viva la muerte, e io di morte non so scrivere, a me piace la vita, dottor Pereira, e da solo non sarei mai stato in grado di fare necrologi, di parlare della morte, davvero non sono in grado di parlarne. In fondo la capisco, sostiene di aver detto Pereira, non ne posso più neanch'io.
Ecco allora la ricetta per l’Omelette alla Pereira. Io oltre alle erbe citate, ho aggiunto timo e rosmarino, mentre ho tolto la mostarda di Digione.
Omelette alla Pereira
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In una ciotola sbattete le uova, la mostarda di Digione, le erbe aromatiche, il sale e il pepe.
Scaldate l’olio o il burro in una padella antiaderente, versate il composto.
Inclinate la padella verso di voi e fate rapprendere le uova, con un mestolo staccate i bordi, dopodiché inclinate la padella nel senso opposto, in modo da cospargere il composto in tutti gli spazi vuoti. Prima che l’uovo si rapprenda tutto completamente richiudete a libro e toglietela dal fuoco.
Decorate con le erbe aromatiche.
Naturalmente l’omelette alla Pereira va servita con una bella limonata fresca, per calarvi alla perfezione nel personaggio di Tabucchi.
Al prossimo libro ricetta!
12 commenti
che meravigliosa idea Straw! conosci il sito Yummy books?
RispondiEliminaCiao cara Ophelinha! Lo conosco grazie a te! Io con questa rubrica sono agli inizi, è il quarto appuntamento, ma volevo tanto lasciar parlare i libri che ho amato tramite parole e sapori! ;-)
EliminaHo letto Sostiene Pereria pochi anni fa e mi è piaciuto molto. E ricordo bene le mille e una limonate bevute dal protagonista, nonchè questa fantastica omelette alle erbe aromatiche :-)
RispondiEliminaIo poi adoro tutto ciò che è a base di uova quindi per me è una ricettina adattissima, grazie di avermici fatto ripensare, così magari me la preparo quanto prima!
Baci :-)
Bellissima questa omelette e il libro mi è piaciuto altrettanto quando l'ho letto due anni fa... che bella idea che hai avuto, ottimo post!
RispondiEliminahe idea originale! Accostare libri e ricette :) mi piace!!
RispondiEliminaQui siamo affamate! Tra poco tocca al nostro Fingerbook!
RispondiEliminabuona questa omelette, quasi quasi la cucino anch'io ;)
RispondiEliminaUno dei miei autori preferiti, uno dei miei libri preferiti... L'omelette s'ha da fare :)
RispondiEliminaMa sai che io la limonata (quella fatta in casa intendo, non quella delle bottigliette) l'ho bevuta per la prima volta quest'estate in vacanza? Ma cosa mi sono persa per tutti questi anni! Buon weekend!
RispondiEliminaMmmm mi hai fatto venire una voglia di omelette alle erbe aromatiche che nemmeno immagini!!! ^_^ E anche di leggere questo romanzo, avevo visto il film anni e anni fa ma il libro mi manca!!
RispondiEliminaHai un gran pregio: racconti le trame dei libri molto bene, con passione, che invoglia a leggerli. Bravissima. E se l omelette e' buona come sembra, allora hai tutti i pregi possibili!!!!!
RispondiEliminaGrazie cri, sei davvero gentile! Se leggerai Sostiene Pereira allora poi fammi sapere! (anche per l'omelette!) ;-)
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