Qualche giorno fa passavo dal blog di Nice e vedo questo simpatico questionario. Memore dei mille meme e tag fatti in questa sede, ho pensato che un bel test sulla mia passione più grande, i libri, ci stava. Partiamo.
1) Quale libro stai leggendo attualmente?
Al momento sto leggendo Sabato di I. Mc Ewan. Pensavo di farci la Recensione del Mese ma mi sa che quest’ultima salterà , non tanto perché non l’ho ancora finito ma perché ho fatto l’errore di decidere quale libro commentare prima di finirlo e ora non so cosa potrò scriverci su. Ma vedremo, ho ancora due giorni…
2) Perché l'hai scelto?
Perché Ian Mc Ewan è uno scrittore che mi piace. Ma che mi offre anche dei bei alti e bassi. Mi convinse con Lettera a Berlino, mi lasciò insoddisfatta con Chesil Beach, mi innamorai con Espiazione. E ora? Sono nel bel mezzo di questa riflessione e non ho ancora capito se il libro mi convince o meno…
3) Ti piace farti consigliare dagli amici?
Semmai sono io che consiglio agli amici, visto che tra tutti quelli che conosco sono io quella che legge di più. Tuttavia non sono mancati degli ottimi consigli che sono stati seguiti con immenso piacere. Se poi si parla degli amici della blogosfera, beh si ci sono stati tanti consigli e molte delle mie letture provengono dai loro suggerimenti.
4) Lo scaffale che visiti per primo in libreria?
Narrativa e nuove uscite, perché sapere cosa c’è sul mercato è curioso anche se non sempre soddisfacente.
5) Il tuo libro preferito?
Che domanda. Se lo chiedo, perfino voi lo sapete. Tutti in coro: Jane Eyre di C. Bronte! Ma quello a cui sono affezionata in modo particola è L’ombra del vento di Zafón, che mi ha fatto compagnia persino in tesi.
6) Quello più brutto?
I turbamenti del giovane Torless di R. Musill. Più che una lettura un supplizio…
7) L'ultimo libro che hai letto?
Nord e Sud di Elizabeth Gaskell, di cui vi parlo QUI.
8) Quello che aspetta sullo scaffale da anni?
“Da anni” mi pare eccessivo. Non faccio passare più di un anno dall’acquisto. Più o meno. E’ che li compro perché li voglio poi si accumulano e magari vengo presa da altre letture e loro continuano ad accumularsi…si lo so, sembro una matta. Ma amo circondarmi di libri perché so che li leggerò e poi li desidererò con me al sicuro. Ok, ora sono decisamente simile a quelle di Sepolti in casa. Ma non sono poi così tanti….comunque. Quello che aspetta di essere letto da più tempo credo sia un libro di Queneau, Tempi duri, Saint Glinglin! comprato allo stand del Libraccio al Salone del Libro del 2011. E credo che aspetterà ancora un bel pò…
9) Quello che rileggeresti?
Non amo rileggere. A parte Jane Eyre e la saga di Harry Potter. E con il freddo arrivato la voglia di immergermi nel magico mondo di HP sta diventando sempre più grande…ma ho troppi non iniziati, non posso farlo…
10) Quello che non hai compreso?
Non so. Forse quello che mi è parso meno penetrabile dalla mia poveramente limitata è stato La casa delle belle addormentate di Y. Kawabata. Ho apprezzato la sua scrittura e il suo stile nipponico da me tanto amato, elementi inconfondibili di una cultura e una tradizione letteraria, ma credo che mi sia sfuggito qualcosa. Diverse cose. E nonostante ciò, di questo tipo di letture ho sempre un ricordo piacevole…
11) Quello che hai lasciato a metà senza rimpianti?
Siddharta di H Hesse. Non me ne vogliate, ma non riuscivo a portarlo a termine. Così l’ho chiuso e sono andata a vanti. Ma quella di abbandonare i libri è un’azione che compio rarissime volte, non mi sembra giusto nonostante per Pennac faccia parte di uno dei diritti imprescindibili del lettore. Ma di solito preferisco andare in fondo alle cose, anche quelle un po’ amare…
12) Quello che hai lasciato a metà a malincuore?
Il cuore altrove di M. Kundera. E non per mia volontà . Ma perché come una stordita l’ho dimenticato in un’aula all’università Carlos III di Madrid il giorno prima dell’inizio delle vacanze di Natale. Quando sono tornata a gennaio era scomparso….triste…
13) Quello con il miglior finale?
Io non amo molto i finali. Di solito sono al di sotto del livello dell’intero romanzo, salvo, ovviamente, poche eccezioni. Uno di questi, forse, è proprio quello di Espiazione di Mc Ewan.
14) Quello più divertente?
Oddio divertenti nella mi libreria non è che ce ne siano tanti. Forse Guida galattica per autostoppisti di D. Adams.
15) Quello più triste?
Le ceneri di Angela di F. McCourt. Straziante.
16) Quello più originale?
I fiori blu di R. Queneau. Fuoriclasse.
17) Quello che più ti estrania dalla realtà ?
Harry Potter. Perché io sono una povera babbana e non riesco ancora ad accettarlo!
18) Quello che avresti voluto scrivere tu?
Seta di Baricco…dite che mi sono lanciata un po’ troppo in là ?
19) Tre libri che vorresti leggere in futuro:
- Le cronache del ghiaccio e del fuoco di G. R. R. Martin
- Il conte di Montecristo di A. Dumas
- Il seggio vacante di J.K. Rowling
20) Tre autori che ti piacciono:
Solo 3 è impossibile!!! Come faccio a scegliere!!! Uffi, dico i primi che mi vengono in mente:
- Murakami Haruki
- Irene Nemirovsky
- Gabriel Garcia Marquez
21) Tre personaggi letterari tra i tuoi preferiti:
- Lisbeth Salander della Millenium Trilogy
- Ronald Wesleay di Harry Potter
- Daniel Sempere de L’ombra del vento
22) Tre libri che non avresti voluto leggere:
Nessuno. Anche quelli che non mi sono piaciuto hanno meritato il mio tempo.
23) Tre autori che non ti piacciono:
Anche qui è difficile. Ci sono autori che leggo in maniera discontinua, che a volte apprezzo e altre volte mi deludono. Pensandoci:
- S. Meyer
- E. L. James
queste due perché già chiamarle autrici è tanto.
Molto più su, non ha nulla a che fare con le prime due, sia chiaro, lui almeno lo si può chiamare autore, ma non incontra i miei favori:
- Paolo Giordano
24) Tre personaggi letterari che detesti:
“Detestare” è un parolone. Meglio antipatia:
- Paloma di L’eleganza del riccio
- Bella Swan di Twilight
- Lucius Malfoy di Harry Potter
25) Il tuo racconto preferito?
Giro di vite di H. James (anche se è più un romanzo breve, ma al momento non mi vinee nulla di corto che mi sia piaciuto così tanto).
26) Il libro della tua infanzia?
Peter Pan di J. M. Barrie.
27) Il primo libro da “adulto”?
Non saprei. Non ho vissuto uno stacco, un passaggio forzato dall’infanzia al mondo dei “grandi”. Però ricordo come un giro di boa le letture a sedici anni di Il ritratto di Dorian Gray di O. Wilde e di Cent’anni di solitudine di Marquez.
28) Un libro che hai comprato solo perché ti piaceva il titolo?
La moglie dell’uomo che viaggiava nel tempo di A. Niffenger. Neanche sapevo bene di cosa parlava quando lo comprai. Ma il titolo emanava una tale buona vibrazione…è stata una delle letture più belle di quell’anno e di sempre.
29) Un libro che hai comprato perché ti piaceva la copertina?
Rosso come una sposa di Anilda Ibrahimi. Nel bel mezzo dello scaffale disordinato mi colpì al punto da decidere di portarmelo a casa.
30) Classici o Moderni?
Entrambi!
31) Ottocento o Novecento?
Come sopra!
32) Il più bel film tratto da un libro?
La ragazza con l’orecchino di perla, film del 2003 tratto dall’omonimo romanzo di T. Chevalier. Una bella prova cinematografica, con una brava Scarlett Johansson.
33) Il primo libro che ti viene in mente?
54 di Wu Ming
34) Un libro che sei stato obbligato a leggere e non ti è piaciuto?
Ritratto dell’artista da giovane di J. Joyce. Non mi ha fatto impazzire, ma dovevo prepararci un esame…
35) Un libro che sei stato obbligato a leggere, ma ti è piaciuto?
Più difficile. Odio le letture imposte. Anche se sono bellissimi capolavori, potrei odiarli solo per il fatto che mi abbiano costretto a leggerlo. Ma fortunatamente questo non accade sempre e quando ho dovuto leggere Una stanza tutta per sé di Virginia Woolf per un esame, ho trovato quel saggio semplicemente straordinario.
36) Il tuo genere preferito?
Narrativa in primis, ma sono in fase di sperimentazioni…
E con questo è tutto. Il tag è libero e chiunque può cimentarsi con il questionario. Se lo fate avvisatemi che vengo a sbirciare…
A presto!


Max e Caroline si trovano ad ospitare due giovani e aitanti amish durante la loro vacanza nel mondo esterno, in cambio di una stalla per Chestnut, il cavallo di Caroline che vive nel giardino. L’espediente dà modo di architettare tutta una serie di scenette a scapito dei poveri ragazzi che non hanno mai visto “mammelle” come quelle di Max e che includono anche la procace e sempre fuori dalle righe Sophie, spettacolare nel tentativo di conquistare i due puppies che risentono, il più piccolo in particolare, del suo “fascino”. Intanto Caroline esce con Candy Andy, l’uomo delle caramelle, il quale però è intimidito dal suo cognome, Channing. Ci vorrà l’intervento di Max e una dirty dancing, davvero dirty, di Caroline, per fargli cambiare idea…peccato gli effetti collaterali…quanto ho riso in quel momento!! XD 





Ci penso. E ci ripenso. Torno dai miei genitori e ne parliamo. Non sono insensibile, fare di nuovo affidamento su di loro per pagarmi un master (perché la borsa non copre tutto) mi turba e mi sento quasi in colpa. Ma anche stare così non è proprio il massimo. I miei si sono semplicemente affidati a me: ne vale la pena? 

Ma come è possibile!? Riuscite a creare un prodotto divertente, allegro, geniale in ogni aspetto, con dei personaggi assurdi e semplicemente fantastici – Chloe, la bitch, il migliore, un vero e proprio colpo di genio -, in cui si ride dal primo secondo di visione e non la si smette fino ad arrivare alla fine…e voi volete cancellarla!? Americans, non capite una cippa!
Credo di non aver mai riso così tanto per 20 minuti di fila.
La nuova stagione di Once upon a time, nonostante sia solo al settimo episodio, svariati alti e bassi. E se lo scorso anno, i flashback davano alla storia un certo mordente, quel qualcosa in più che rendeva magico il tutto, quest’anno non tutti i flash riescono con il buco, ecco. L’episodio, pur se interamente incentrato su Ruby alias Red, personaggio che mi piace molto, non è riuscito a conquistarmi. Avanzamenti nella storia non ve ne sono stati e gli approfondimenti sui personaggi sono alquanto irrisori. A me dispiace per quella poverina di Red, perché deve condurre una vita tristissima e perché è amica di Snow che porta rogna ovunque vada, proprio come in questo caso, ma l’intera puntata è smorta. Qualcosa pare ridestarsi quando si fa vivo King George, padre di Charming, ma le sue brutte azioni si risolvono in poco tempo, con il classico lieto fine e non c’è alcun gusto. Non giova, poi, la sola presenza di Charming/David a Storybrooke. E’ un bravo ragazzo, un pezzo di figo, sa il fatto suo con la spada, ma, ammettiamolo, non è il più carismatico della coppia. E non parliamo di Regina che fa una comparsata insapore. Dov’è finita la Evil Queen? ‘Aridatecela!!
Torniamo a parlare di HIMYM. E dell’unica puntata di questa stagione che ho apprezzato davvero. E ancora una volta grazie a Barney. La scena in cui, con la scusa di aiutare Robin a lasciare Nick (tra parentesi, Nick mi piaceva più di Victoria, almeno era stupido ma simpatico), fa il discorso sul suo amore per Robin è stata una delle cose più tenere e romantiche che ho sentito negli ultimi tempi. E, grazie al fatto che si tratta di Barney e non di Ted o di qualche altro personaggio, il discorso evita di essere smielato o troppo stucchevole, con il rischio di annoiare. Questo, al contrario, emoziona. Inutile che poi lui sostenga, di fronte a un’interdetta Robin, sia pura invenzione. Noi ci crediamo. Anche perché sappiamo dove la vicenda del gruppo di amici più crazy della tv sta andando. La storia tra Barney e Robin è ancora una volta la mia preferita…





Cotillon, dal francese “gonnella”, era un’antica danza inventata dai nostri sempre presenti gallici vicini, ballata da quei mattacchioni nel XVII secolo. Si danzava in quattro coppie che si disponevano a quadrato. La dama attraverso una serie di figure, sceglieva di volta in volta il cavaliere con cui ballare. Alla fine i ballerini si scambiavano piccoli doni e regalini ed è questo il motivo per cui la parola si colleghi anche al termine “regalo”.









In una fredda giornata d'inverno, Hakan von Enke, alto ufficiale di marina ora in pensione, scompare durante la sua abituale passeggiata mattutina a Stoccolma. Un caso che tocca da vicino il commissario Wallander. Von Enke è il futuro suocero di sua figlia Linda, il nonno della sua nipotina, e di recente gli aveva confidato aspetti soprendenti di un dramma politico-militare risalente a più di due decenni prima, quando sottomarini sovietici erano stati avvistati in acque territoriali svedesi. Kurt Wallander è vicino a un grande segreto della storia del dopoguerra. La sua lotta incessante alla ricerca della verità è ora l'impegno di un uomo che sta facendo i conti con la propria vita assediata da ombre minacciose, e che, talvolta deluso dai colleghi e dal sistema, ritrova il calore e gli affetti della sua famiglia. Con questo ultimo episodio che chiude definitivamente la serie poliziesca che l'ha reso celebre in tutto il mondo, Mankell è riuscito per la critica a creare un pezzo di grande letteratura sul tema della vecchiaia rivestendolo abilmente delle spoglie del giallo. Kurt Wallander, come scrisse Le Monde "uno dei più bei personaggi tra i romanzi polizieschi contemporanei", è stato per molti tra le figure più riuscite e affascinanti della narrativa di genere dei nostri giorni, aprendo la strada al fenomeno del giallo dalla Scandinavia.


Poi mercoledì torno a casa dai miei per una mini-vacanza e succede. Il telefono mi sorprende giovedì mattina trillando tutti i suoi messaggi. Faccio una bella doccia e i capelli risultano morbidi e setosi. E poi riposo meglio e, insolito per me, ho voglia di dormire, ma tanto, almeno 7/8 ore. E se potessi mi farei anche una siesta pomeridiana. Dormo come una bambina. Questo probabilmente grazie anche alla risoluzione di alcuni miei dubbi (vi racconterò presto cosa mi sta succedendo), ma insomma mi pare di essere in pace con il mondo. Quasi non mi riconosco.



