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Una Fragola al Giorno

Qualche giorno fa passavo dal blog di Nice e vedo questo simpatico questionario. Memore dei mille meme e tag fatti in questa sede, ho pensato che un bel test sulla mia passione più grande, i libri, ci stava. Partiamo.

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1) Quale libro stai leggendo attualmente?

Al momento sto leggendo Sabato di I. Mc Ewan. Pensavo di farci la Recensione del Mese ma mi sa che quest’ultima salterà, non tanto perché non l’ho ancora finito ma perché ho fatto l’errore di decidere quale libro commentare prima di finirlo e ora non so cosa potrò scriverci su. Ma vedremo, ho ancora due giorni…

2) Perché l'hai scelto?

Perché Ian Mc Ewan è uno scrittore che mi piace. Ma che mi offre anche dei bei alti e bassi. Mi convinse con Lettera a Berlino, mi lasciò insoddisfatta con Chesil Beach, mi innamorai con Espiazione. E ora? Sono nel bel mezzo di questa riflessione e non ho ancora capito se il libro mi convince o meno…

3) Ti piace farti consigliare dagli amici?

Semmai sono io che consiglio agli amici, visto che tra tutti quelli che conosco sono io quella che legge di più. Tuttavia non sono mancati degli ottimi consigli che sono stati seguiti con immenso piacere. Se poi si parla degli amici della blogosfera, beh si ci sono stati tanti consigli e molte delle mie letture provengono dai loro suggerimenti.

4) Lo scaffale che visiti per primo in libreria?

Narrativa e nuove uscite, perché sapere cosa c’è sul mercato è curioso anche se non sempre soddisfacente.

5) Il tuo libro preferito?

Che domanda. Se lo chiedo, perfino voi lo sapete. Tutti in coro: Jane Eyre di C. Bronte! Ma quello a cui sono affezionata in modo particola è L’ombra del vento di Zafón, che mi ha fatto compagnia persino in tesi.

6) Quello più brutto?

I turbamenti del giovane Torless di R. Musill. Più che una lettura un supplizio…

7) L'ultimo libro che hai letto?

Nord e Sud di Elizabeth Gaskell, di cui vi parlo QUI.

8) Quello che aspetta sullo scaffale da anni?

“Da anni” mi pare eccessivo. Non faccio passare più di un anno dall’acquisto. Più o meno. E’ che li compro perché li voglio poi si accumulano e magari vengo presa da altre letture e loro continuano ad accumularsi…si lo so, sembro una matta. Ma amo circondarmi di libri perché so che li leggerò e poi li desidererò con me al sicuro. Ok, ora sono decisamente simile a quelle di Sepolti in casa. Ma non sono poi così tanti….comunque. Quello che aspetta di essere letto da più tempo credo sia un libro di Queneau, Tempi duri, Saint Glinglin! comprato allo stand del Libraccio al Salone del Libro del 2011. E credo che aspetterà ancora un bel pò…

9) Quello che rileggeresti?

Non amo rileggere. A parte Jane Eyre e la saga di Harry Potter. E con il freddo arrivato la voglia di immergermi nel magico mondo di HP sta diventando sempre più grande…ma ho troppi non iniziati, non posso farlo…

10) Quello che non hai compreso?

Non so. Forse quello che mi è parso meno penetrabile dalla mia poveramente limitata è stato La casa delle belle addormentate di Y. Kawabata. Ho apprezzato la sua scrittura e il suo stile nipponico da me tanto amato, elementi inconfondibili di una cultura e una tradizione letteraria, ma credo che mi sia sfuggito qualcosa. Diverse cose. E nonostante ciò, di questo tipo di letture ho sempre un ricordo piacevole…

11) Quello che hai lasciato a metà senza rimpianti?

Siddharta di H Hesse. Non me ne vogliate, ma non riuscivo a portarlo a termine. Così l’ho chiuso e sono andata a vanti. Ma quella di abbandonare i libri è un’azione che compio rarissime volte, non mi sembra giusto nonostante per Pennac faccia parte di uno dei diritti imprescindibili del lettore. Ma di solito preferisco andare in fondo alle cose, anche quelle un po’ amare…

12) Quello che hai lasciato a metà a malincuore?

Il cuore altrove di M. Kundera. E non per mia volontà. Ma perché come una stordita l’ho dimenticato in un’aula all’università Carlos III di Madrid il giorno prima dell’inizio delle vacanze di Natale. Quando sono tornata a gennaio era scomparso….triste…

13) Quello con il miglior finale?

Io non amo molto i finali. Di solito sono al di sotto del livello dell’intero romanzo, salvo, ovviamente, poche eccezioni. Uno di questi, forse, è proprio quello di Espiazione di Mc Ewan.

14) Quello più divertente?

Oddio divertenti nella mi libreria non è che ce ne siano tanti. Forse Guida galattica per autostoppisti di D. Adams.

15) Quello più triste?

Le ceneri di Angela di F. McCourt. Straziante.

16) Quello più originale?

I fiori blu di R. Queneau. Fuoriclasse.

17) Quello che più ti estrania dalla realtà?

Harry Potter. Perché io sono una povera babbana e non riesco ancora ad accettarlo!

18) Quello che avresti voluto scrivere tu?

Seta di Baricco…dite che mi sono lanciata un po’ troppo in là? A bocca aperta

19) Tre libri che vorresti leggere in futuro:

- Le cronache del ghiaccio e del fuoco di G. R. R. Martin

- Il conte di Montecristo di A. Dumas

- Il seggio vacante di J.K. Rowling

20) Tre autori che ti piacciono:

Solo 3 è impossibile!!! Come faccio a scegliere!!! Uffi, dico i primi che mi vengono in mente:

- Murakami Haruki

- Irene Nemirovsky

- Gabriel Garcia Marquez

21) Tre personaggi letterari tra i tuoi preferiti:

- Lisbeth Salander della Millenium Trilogy

- Ronald Wesleay di Harry Potter

- Daniel Sempere de L’ombra del vento

22) Tre libri che non avresti voluto leggere:

Nessuno. Anche quelli che non mi sono piaciuto hanno meritato il mio tempo.

23) Tre autori che non ti piacciono:

Anche qui è difficile. Ci sono autori che leggo in maniera discontinua, che a volte apprezzo e altre volte mi deludono. Pensandoci:

- S. Meyer

- E. L. James

queste due perché già chiamarle autrici è tanto.

Molto più su, non ha nulla a che fare con le prime due, sia chiaro, lui almeno lo si può chiamare autore, ma non incontra i miei favori:

- Paolo Giordano

24) Tre personaggi letterari che detesti:

“Detestare” è un parolone. Meglio antipatia:

- Paloma di L’eleganza del riccio

- Bella Swan di Twilight

- Lucius Malfoy di Harry Potter

25) Il tuo racconto preferito?

Giro di vite di H. James (anche se è più un romanzo breve, ma al momento non mi vinee nulla di corto che mi sia piaciuto così tanto).

26) Il libro della tua infanzia?

Peter Pan di J. M. Barrie.

27) Il primo libro da “adulto”?

Non saprei. Non ho vissuto uno stacco, un passaggio forzato dall’infanzia al mondo dei “grandi”. Però ricordo come un giro di boa le letture a sedici anni di Il ritratto di Dorian Gray di O. Wilde e di Cent’anni di solitudine di Marquez.

28) Un libro che hai comprato solo perché ti piaceva il titolo?

La moglie dell’uomo che viaggiava nel tempo di A. Niffenger. Neanche sapevo bene di cosa parlava quando lo comprai. Ma il titolo emanava una tale buona vibrazione…è stata una delle letture più belle di quell’anno e di sempre.

29) Un libro che hai comprato perché ti piaceva la copertina?

Rosso come una sposa di Anilda Ibrahimi. Nel bel mezzo dello scaffale disordinato mi colpì al punto da decidere di portarmelo a casa.

30) Classici o Moderni?

Entrambi!

31) Ottocento o Novecento?

Come sopra!

32) Il più bel film tratto da un libro?

La ragazza con l’orecchino di perla, film del 2003 tratto dall’omonimo romanzo di T. Chevalier. Una bella prova cinematografica, con una brava Scarlett Johansson.

33) Il primo libro che ti viene in mente?

54 di Wu Ming

34) Un libro che sei stato obbligato a leggere e non ti è piaciuto?

Ritratto dell’artista da giovane di J. Joyce. Non mi ha fatto impazzire, ma dovevo prepararci un esame…

35) Un libro che sei stato obbligato a leggere, ma ti è piaciuto?

Più difficile. Odio le letture imposte. Anche se sono bellissimi capolavori, potrei odiarli solo per il fatto che mi abbiano costretto a leggerlo. Ma fortunatamente questo non accade sempre e quando ho dovuto leggere Una stanza tutta per sé di Virginia Woolf per un esame, ho trovato quel saggio semplicemente straordinario.

36) Il tuo genere preferito?

Narrativa in primis, ma sono in fase di sperimentazioni…

 

E con questo è tutto. Il tag è libero e chiunque può cimentarsi con il questionario. Se lo fate avvisatemi che vengo a sbirciare…

A presto!

12:30 35 commenti

 

Recommend A

Recommend A… è una rubrica ideata dal blog Chick Loves Lit e consiste nel “raccomandare” un libro seguendo le indicazioni date di settimana in settimana. Su questo blog la rubrica non avrà cadenza fissa e, quando ci sarà, verrà pubblicata di Lunedì.

 

La proprietaria del blog ha al momento messo in pausa la rubrica dato che non aggiorna da qualche settimana, ma dato che sono diveris i temi da me non ancora toccati, ne approfitto. Questa settimana:

Recommend A…book you read this year

(Consiglia un libro che hai letto quest’anno)

Mi sembra un tema più che adatto al periodo. Novembre è quasi finito e manca solo un mese alla fine del 2012. Tempo perfetto per tirare le somme e vedere cosa questo anno che sta per finire ci ha portato. Dal punto di vista libresco, tante letture. Alcune deludenti, altre sorprendenti, molte bellissime. Tra queste ho deciso di consigliarvi un romanzo che ho scoperto grazie ai tanti blog letterari che seguo, pubblicato da una casa editrice nascente, in origine agenzia letteraria, che si è proposta di riportare alla luce tesori sepolti dal tempo o spesso ingiustamente poco considerati, senza particolari ragioni visto il livello e il valore alti di queste opere. Ho terminato di leggerlo pochi giorni fa e sono grata alla Jo March per aver portato avanti questo progetto, perché il romanzo merita davvero. Oggi, dunque, vi consiglio Nord e Sud di Elizabeth Gaskell.

 

Sono le due polarità geografiche e la maturazione della protagonista a fornire i temi cardine del romanzo: Margaret, trasferitasi da Helstone, fiabesco villaggio del sud, a Milton-Northern, popolosa città manifatturiera del nord, si trova bruscamente immessa nel mondo nuovo, e per molti aspetti irriconoscibile, prodotto dall'industrializzazione. La famiglia Hale, che coltiva valori tradizionali, è totalmente estranea alla frenetica vita del centro industriale in piena espansione, alla nascente lotta di classe fra padroni e operai, all'inquinamento e al degrado sociale. Attraverso l'occhio di un'anima incorrotta, Elizabeth Gaskell rappresenta così la corruzione dei tempi nuovi, e non li condanna. Anzi auspica soluzioni che sintetizzino i due opposti, la vita arcaica e quella moderna, in modo che la prima dia contenuto alla seconda. Grazie al vissuto doloroso, suo e dell'ambiente soffocato che la circonda, la sua eroina acquisisce identità, supera i pregiudizi e apprende una nuova etica, incarnando la "congiunzione" fra passato e futuro, fra uomini e donne, fra padroni e operai. Fra nord e sud.

 

 

Il romanzo fu pubblicato per la prima volta a puntate tra il 1854 e il 1855 sulla rivista Household Words. Elizabeth Gaskell, autrice contemporanea alle sorelle Bronte, a esse appare vicina per stile e poetica. Ciò che però la rende diversa è di sicuro quel risvolto sociale che le sue contemporanee, per lei fonte di ispirazione al punto da alludere lungo il romanzo alle loro opere in forma quasi di omaggio, tendono a tralasciare per raccontare storie più universali e meno ancorate al contesto dell’epoca. Sebbene non si possa definirlo un “romanzo sociale” alla Dickens, Nord e Sud è di sicuro uno straordinario affresco di un’epoca di contrapposizioni, tra campagna e città industriale, tra il passato aristocratico e  il futuro borghese. Attraverso la storia di Margareth, eroina ascrivibile in pieno alla tradizione ottocentesca, si ripercorre un passaggio obbligato della società occidentale che ha avuto inizio con la rivoluzione industriale, e, pur senza particolari approfondimenti, l’autrice riflette sulle conseguenze di tale processo. La storia sentimentale, infine, tra Margareth e Mr Thornton non fa che rendere il romanzo estremamente piacevole, alla stregua di un Jane Eyre o un romanzo di Jane Austen. Leggendolo mi sono meravigliata che un tale lavoro in Italia sia pressoché sconosciuto, nonostante la Gaskell non abbia niente da invidiare a altre scrittrici del suo periodo, e non smetterò di ringraziare la Jo March per aver reso questo possibile. Averlo comprato allo scorso Salone del Libro è stata una delle cose migliori fatte in  questo 2012.

Titolo: Nord e Sud
Autore: E. Gaskell
Editore: Jo March
Anno: 2011
Pagine: 560

22:24 12 commenti

 

Altra settimana seriale. Quali saranno gli episodi che, nel bene e nel male, avranno destato il mio interesse?

 

The best: 2 Broke Girls 2x07 - And the Three Boys With Wood

Che 2 Broke Girls fosse geniale e spassosissimo ve lo avevo detto già mesi fa. Ma era qualche settimana che non riuscivo a recuperare gli episodi e quando questa settimana mi sono rimessa in pari ho avuto la reale percezione che questa serie è tra le migliori comedy in circolazione. Per quanto le puntate seguano uno schema più o meno fisso, in ogni episodio ci sono sempre quelle 4/5 uscite ingegnose ed esilaranti che rendono lo spettatore completamente soggiogato alla serie. Questo è un episodio particolarmente riuscito, se ci penso rido ancora come una matta. Max e Caroline si trovano ad ospitare due giovani e aitanti amish durante la loro vacanza nel mondo esterno, in cambio di una stalla per Chestnut, il cavallo di Caroline che vive nel giardino. L’espediente dà modo di architettare tutta una serie di scenette a scapito dei poveri ragazzi che non hanno mai visto “mammelle” come quelle di Max e che includono anche la procace e sempre fuori dalle righe Sophie, spettacolare nel tentativo di conquistare i due puppies che risentono, il più piccolo in particolare, del suo “fascino”. Intanto Caroline esce con Candy Andy, l’uomo delle caramelle, il quale però è intimidito dal suo cognome, Channing. Ci vorrà l’intervento di Max e una dirty dancing, davvero dirty, di Caroline, per fargli cambiare idea…peccato gli effetti collaterali…quanto ho riso in quel momento!! XD

2 Broke Girls si conferma essere una serie vivace e mai banale. Battutacce e dialoghi con diverse allusioni sessuali sono all’ordine del giorno, d’altronde siamo a Williamsburg non a Manhattan e Max non è una che si tiene dentro le cose, ma non si trascende mai nel volgare, mentre l’effetto comico è sempre garantito. Potrei guardare le due ragazze per ore e mi divertirei ogni volta.

The worst:

Questa settimana il peggio non è emerso. Tutte le seri che seguo si sono tenute su un buon livello, con alcuni picchi soprattutto per quanto riguarda le comedy, e, inoltre, con alcune serie in pausa di una settimana c’è poco di cui sparlare. Forse l’unica un po’ sottotono è Grey’s anatomy con l’episodio 9x06, “Second Opinion”. Dopo la puntata precedente, bellissima, a due, con il binomio Meredith/Cristina al centro, questo è stato più un episodio di assestamento. Avery fa l’offeso con April (povero cucciolo, anche lui ha dei sentimenti e Kepner, alla faccia della religiosità e dello spesso umano!); ci viene confermata una copula a breve tra Alex e la tirocinante con i capelli scuri di cui non ricordo il nome, quella che piangeva in sala operatoria con Meredith qualche episodio fa, per intenderci; Cristina torna al Seattle Grace e a quanto pare Owen ci spera ancora. Non mi è piaciuta la svolta nella causa contro la compagnia aerea, dove gli avvocati idioti finisco per incolpare dell’incidente l’ospedale stesso. Davvero vogliamo una faida interna tra i nostri beneamati dottori? E poi un appunto sulla genialata della Bailey per far tornare Arizona: ma se bastava parlarle di un caso interessante per farla correre in ospedale anche sulle mani, perché abbiamo aspettato fino ad ora? Boh…in ogni caso tanto love a GA, di cui non potrei fare mai a meno.

 

The most…awkward moment: Dexter 7x08 – Argentina

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Ricordate quando nella scorsa stagione Debra, dopo 3 sole sedute da una psicologa di dubbie qualità, si scopre innamorata del fratello (adottato, ok, ma sempre fratello)? Una cosa pseudo-incestuosa che non è piaciuta affatto e non è per bigotteria ma mi è apparsa fin da subito una soluzione senza alcun senso ai fini della storia. Perché Deb avrebbe dovuto innamorarsi di Dexter? Perché altrimenti non lo avrebbe difeso alla scoperta che lui è un serial killer? Perché se non fosse stata innamorata di Dex non avrebbe messo a rischio la sua carriera e i suoi rapporti con gli altri poliziotti (vedi il dialogo con Batista qualche episodio fa) pur di non vederlo dietro le sbarre? Ma la Debra che abbiamo conosciuto in tutti questi anni è una ragazza che fa di tutto per le persone che ama e che stravede per il suo fratellone, è il suo eroe. La delusione ci sarebbe stata, è inevitabile, ma lo avrebbe aiutato anche se avesse nutrito del semplice amore fraterno che, non capisco perché gli autori la pensino diversamente, può essere a volte ben più forte di quello di una semplice innamorata.

Che vi devo dire. Ero contenta quando sembrava la cosa fosse scoppiata come una bolla di sapone. E così sono rimasta sorpresa quando vedo Debra dichiarare i suoi sentimenti. E’ stato…imbarazzante. Dexter non ha occhi che per l’ex agente speciale della CIA (mai visto Chuck?) ora assassina floreale Hannah, praticamente al solo vederla vuole saltarle addosso. E Debra, piangendo in maniera orribile tra l’altro, caccia fuori tutte quella storia sull’essere innamorata di lui come se fosse una fidanzata tradita. Ad un certo punto ho creduto che Dexter vomitasse nel vaso di fiori accanto a lui per quanto era sconvolto. E te ce credo!

Mi domando ora che ripercussioni avrà questa dichiarazione e mi preoccupano le conseguenze, visto che in questa stagione a 4 episodi dalla fine tutte le linee narrative sono ancora ben aperte e se ne aggiungono di nuove di volta in volta. Temo un finale al massacro e se sarà colpa di Debra giuro che mi inc***o.

Alla prossima, gente! E buona visione!

02:18 8 commenti

 

L’amico blogger Misciu parlando di un argomento a cui siamo entrambi appassionati, ça va sans dire serie tv e affini, mi consiglia di guardare questa nuova serie, in onda da ottobre sull’americana The CW. Io ne avevo già sentito parlare, ma non ne ero convinta. Gli eroi da fumetto non mi hanno mai ispirato: ricordo di aver visto le prime tre stagioni di Smallville solo perché speravo che Lex ammazzasse Clarke, ma, realizzando che la cosa non poteva succedere, ho mollato tutto ormai stufa. Così, quando mi hanno parlato dell’ennesimo eroe da comics, ho declinato l’invito. Misciu, però sa essere convincente, ha quella rubrica in cui parla di tutti i telefilm che vede e mi mette curiosità. Maldito! Con la lingua fuori

Per farla breve, ho guardato il pilot. E ovviamente se guardi il pilot, ti vedi anche il secondo episodio e, se è già uscito, anche il terzo. Poi li vedi tutti. Ti ritrovi invischiata nella storia e, parlo a voi pulzelle, ti trovi a guardare con un certo interesse i bei pettorali del protagonista. ‘Mazza che pettorali… … …ehm, dicevamo…ti ritrovi incastrata. E ti piace. Inoltre, cosa che apprezzo, questo bel giovine non vola né ha poteri sovrannaturali. Ha solo dei gran muscoli…bicipiti…si, allora…è un bel pezzo di figo che riesce a sgominare orde di bad guys. Cosa desiderare di più?

 

 

Arrow è una serie basata sul personaggio di Freccia Verde, un giustiziere mascherato che lotta contro i cattivi con arco e frecce, protagonista di un fumetto pubblicato negli States dalla DC Comics (la stessa di Superman, Batman, Lanterna verde,  i soliti noti). La sua nascita si deve a un terribile evento che stravolge la sua vita e gli conferisce la sua missione da eroe. Freccia verde, infatti, nella vita di tutti i giorni è Oliver Queen (Stephen Amell), rampollo di una delle famiglie più ricche e potenti di Starling city, che trascorre la sua esistenza tra feste, modelle e lussuosi eccessi. Quando la nave in cui si trova con suo padre e la sua amante, sorella della fidanzata Laurel (un vero str***o questo Oliver, lo so) naufraga provocando la morte della ragazza e portando alla deriva lui e suo padre, il mondo di Oliver crolla e si trasforma completamente. Approdato su un’isola misteriosa e apparentemente deserta, viene salvato dopo 5 anni di vita da sopravvissuto che lo hanno cambiato. Quando torna alla civiltà Oliver non è più quello di prima, il ragazzo superficiale ed egoista. Tutti faticano a riconoscerlo in quel corpo coperto da inquietanti cicatrici, che nessuno sa come si sia procurato e di cui lui non parla, in quell’atteggiamento guardingo e in quello sguardo non più da uomo ma da animale in caccia. Ma presto porrà sul suo volto ancora una volta la maschera del ragazzo ricco e viziato. Perché ormai lui ha un obiettivo, una missione da portare a termine che non può rivelare a nessuno. Neanche alla sua famiglia, di cui forse non sembra una buona idea fidarsi completamente. Prima di morire sul gommone che li sta portando sull’isola, infatti, il padre confida a Oliver di essersi macchiato di gravi azioni e nefandezze. Confessa che lui e gli altri potenti della città si sono arricchiti a discapito della gente e della città stessa. E ora è arrivato il momento di fare ammenda e di riparare ciò che non va a Starling city, facendola pagare a coloro che l’hanno portata allo sfacelo. Con una lista di nomi e il desiderio di vendetta, Oliver torna a casa e si trasforma in un giustiziere, l’eroe che salva la città con il suo arco. La sua battaglia è iniziata…

La serie prende i migliori spunti da diverse serie di successo. Immediato è stato il collegamento a Smallville. Un ragazzo giovane e bello, dalla doppia vita, che sconfigge i cattivi, con una innamorata che è più affascinata dall’alter ego che dalla loro vera personalità. Ma a differenza del fin troppo buono Clarke Kent, Oliver si mostra alla società nella sua versione peggiore. E’ uno sbruffone e fa credere a tutti di essere un ricco buon a nulla capace solo di andare a feste e festini e sbronzarsi fino al mattino in compagnia del suo amico di baldoria Tommy (Colin Donnell). Inoltre la sua non è vera e propria filantropia. Se Superman si sente chiamato a salvare l’umanità, Oliver il giustiziere dalla freccia infallibile è principalmente spinto dall’obiettivo di espiare le colpe della sua famiglia e dal desiderio di vendicare il padre e ristabilire il suo nome almeno ai suoi occhi. Il suo essere buono ha quindi un limite che non varca i confini della sua città. E parlando di vendetta, è inevitabile pensare anche a Revenge. La lista dei nomi affidata a Oliver dal padre ricorda facilmente quella di Emily/Amanda e in entrambi i casi la voglia di ristabilire un equilibrio nel mondo e un senso di giustizia decisamente arbitrario spinge le azioni dei due protagonisti. Oliver, in più, è mosso anche da un senso di colpa personale che si concretizza nella figura di Laurel (Katie Cassidy, apparsa in Gossip Girl e in Supernatural dove aveva il ruolo della demone Ruby), avvocato che difende la povera gente, la quale gli ricorda sempre il ragazzo che era e in cui ora non si riconosce più, tentando attraverso la sua missione di riscattare anche se stesso. Non mancano poi allusioni pseudo lostiane su quell’isola “deserta” che è più affollata di Times Square a Capodanno, atmosfere alla Gossip girl quando entra in scena la sorellina di Oliver, Thea (Willa Holland già vista in OC come sorella di Marissa e Gossip Girl)  un occhiolino alla Mac di Veronica Mars con la comparsa della biondina hacker a cui il nostro eroe si rivolge di tanto in tanto e non fatemi continuare, ché altrimenti qui non metto più un punto.

Inevitabile, trattandosi di un eroe dei fumetti, la presenza anche di una spalla. Oliver affida la sua storia e confida nell’aiuto di Diggs, sua guardia del corpo e suo compagno di battaglie, dove ritroviamo un efficiente David Ramsey (ricordate Anton, il ragazzo malamente mollato da Debra Morgan per Landy in Dexter?) al quale pare che la parte sia cucita addosso per quanto funzioni bene.

Anche in Arrow ritroviamo il gioco di flashback che fa parte già di numerose serie, alcune delle quali già citate, che ancora una volta funziona perfettamente dando agli eventi un buon ritmo. In Arrow si è subito dentro la storia e, sebbene non manchino i momenti leggermente morti, soprattutto quando entra in scena la controversa storia d’amore tra Laurel (una che si finge santa ma in realtà…), Oliver e persino Tommy, che fin da subito si rivela anche lui innamorato della giovane avvocatessa, lo spettatore non fatica a seguire le vicende e rimanervi incastrato. Tante, infatti, sono le domande che sorgono di episodio in episodio e il mistero, unito anche a una buona dose di action – in cui, care le mie donne, non sfigura il fisichetto del nostro protagonista –, incentiva a proseguire la visione e a volerne sapere sempre di più.

In definitiva, un buon prodotto che non dispiacerà agli amanti del genere. E anche a chi vuole semplicemente rifarsi gli occhi accompagnando il tutto con una bella storia avvincente.

 

(“notato quei pettorali? Se guardi la serie vedrai anche di più…”)

11:09 18 commenti

L’iniziativa di Marco di Senza traccia termina il 23 Novembre. Avrei potuto metterne di più di foglie su questo blog. Ma si sa, la vita scorre, io mi metto a straparlare di tante cose che poi mi dimentico. Oggi però ci stava. Una bella foglia con delle foglioline attorno.

La foglia.

Poco più di un anno fa, fresca di laurea, mi rivolgevo in un post ai miei amici blogger esternando le mie preoccupazioni per il futuro, e in particolare, mi chiedevo se fosse il caso di fare un master. Un master in particolare, qui a Torino, un master su argomenti che mi stanno a cuore e un campo, quello dell’editoria, in cui mi piacerebbe poter lavorare. Un master molto pratico, in cui si impara a fare qualcosa facendolo davvero. Almeno così mi viene presentato. Ci ho pensato. E mi sarebbe piaciuto farlo. Poi la vita mi ha portato a prendere altre strade, quasi tutte sbagliate visto che non hanno portato a nulla di buono. Nulla. Oddio nulla proprio no, sono ancora viva, ho ricevuto diversi insegnamenti, scoperto cose e posti nuovi e ho tante storie e aneddoti da raccontare, oltre che una pelle un po’ più dura per affrontare il mondo senza farmi un male cane. Che tanto poi mi faccio male comunque…vabeh…dicevamo…

Quest’estate faccio un colloquio a tempo perso per avere una borsa di studio. Senza borsa il master non posso permettermelo. Costa troppo. Non mi prendono. Amen. Me ne sono andata in Inghilterra e non ci ho più pensato.

A settembre mi ricontattano. Forse ci sarà un altro colloquio da fare. D’accordo, fatemi sapere. Silenzio. Me ne vado in Francia.

Ritorno e dopo qualche giorno mi chiamano. C’è il colloquio il tal giorno. Ci vediamo là. Ok, faccio il colloquio. Le stesse persone. Le stesse parole della volta precedente. Le stesse scarse speranze. Ma si attende. E si attende. Danno una scadenza ma non la rispettano. Io non ci credo più. Mi preparo a tornare alla mia familiare tristezza post-laurea, post-tutto, e proseguire la ricerca di un lavoro, un posto, una cosa. E a farmi qualche giorno dai miei che magari evito il suicidio se sono in movimento.

Poi, un paio di giorni prima del partenza squilla il cellulare. Pronto? Mi hanno dato una borsa di studio. La accettiamo?

Collegamento permanente dell'immagine integrataCi penso. E ci ripenso. Torno dai miei genitori e ne parliamo. Non sono insensibile, fare di nuovo affidamento su di loro per pagarmi un master (perché la borsa non copre tutto) mi turba e mi sento quasi in colpa. Ma anche stare così non è proprio il massimo. I miei si sono semplicemente affidati a me: ne vale la pena?

Un master che inseguo da un anno e mezzo. Un master che potrebbe darmi qualcosa, portare un indizio, almeno, sulla strada da seguire. Potrebbe essere una possibilità. Perché non prenderla in considerazione?

Alla fine abbiamo seguito il cuore. La mia famiglia si è appoggiata a me e si è fidata, il mio ragazzo mi sostiene, anche materialmente dandomi un tetto sotto cui vivere senza perdere tempo e soldi in altri affitti, e crede che il mio futuro si illuminerà di immenso. Io ci credo meno, ma voglio darmi un’altra possibilità. Non è possibile che la vita sia solo quello che ho vissuto finora. E se è davvero così, voglio almeno guardarmi indietro pensando che ho fatto tutto il possibile per cambiarla. No regrets. Accettiamo.

Ieri 19 Novembre sono entrata in un aula con altre 15 persone. Con vite diverse dalla mia, ma con sogni e speranze molto simili. Abbiamo fatto 3 ore di grafica e 3 di editing. Seguire sarà dura. E’ un casino. Ma non mi sentivo così elettrica ed energica da tanto tempo. E’ proprio una bella sensazione…

Una piccola fogliolina è un evento accadutomi settimana scorsa. Mi chiamano per uno stage in un’agenzia letteraria. Li ho incontrati lunedì, ma al momento ho iniziato anche il master e non so se riuscirò a inserirci anche lo stage. Probabilmente, molto a malincuore, dovrò rinunciarci. Eppure, e forse mi sembrerò pazza, sono contenta mi abbiano chiamato. Chiariamoci, non credo che qui stia succedendo qualcosa di magico, né che mi si stia aprendo un destino roseo. La mia idea su questo Paese che ci ha rubato il futuro resta quella e non basteranno un master e una chiamata a farmi pensare diversamente. Niente è cambiato. Ma indubbiamente l’umore migliora quando parlando con chi ti ha selezionato ti senti riconoscere qualità e pregi, anche una minima parte. Tornare a sentirsi una persona, con competenze e capacità, con un cervello pensante e mani funzionanti, e non solo un semplice numero nelle statistiche sempre più tristi dell’andamento del lavoro o un nome su un curriculum gettato nel cestino della carta straccia. Non sto idealizzando, ma forse solo chi è nella mia condizione può capire quando sia piacevole ricordarsi che non si è solo un problema apparentemente irrisolvibile, un peso per una società in cui non sembra esserci uno spazio per noi, un fastidio per datori di lavoro che non possono o non vogliono assumere, della carne da macello da sfruttare perché “tanto il mercato offre quello”. Beh, si certo, uno stage è, a conti fatti,  quasi sempre uno sfruttamento nascosto sotto le parole “esperienza” o “formazione”. Ma almeno ritorni a essere vivo. E non mi sembra chiedere tanto quando chiedo di potermi sentire ancora un essere vivente. Umano almeno.

Beh, non voglio tediarvi, doveva essere una cosa allegra. L’allegria è data dal fatto che ogni tanto qualcuno si ricorda di me. Che forse i periodi bui si devono alternare necessariamente a periodi dove ci sia almeno una fiammella di luce. Che, anche se non lo farò, saprò che quello stage c’è stato e poteva esserci. Per ricordarmi cosa voglio fare nella vita. Di sicuro non deprimermi. E di essere più forte e resistere. Qualcosa succederà. Qualcosa deve succedere…

Infine.

Tanto per dire una banalità. E così chiudo in bellezza con una fogliolina vanitosa e vanesia. Apro la mail e Sephora mi fa una sorpresa con uno sconto del 15% sul mio prodotto preferito! Evvai! Ho la loro tessera da poco e questa per me è una novità. Ottimo. Devo proprio acquistare il fondotinta e qualche altra cosina, ne approfitto volentieri!! Che ragazza fortunata, ora il destino si preoccupa anche del mio make up…

18:27 22 commenti

 

Salve a tutti! Domenica è terminato il GdL su The Help. Non so quante di voi abbiamo terminato il libro ma ancora non hanno commentato. In ogni caso, il post dedicato è sempre aperto per commenti tardivi, siete sempre le benvenute! Io però, come avevo preannunciato faccio partire il Cineforum del film!

 

 

 

Titolo: The Help

Anno: 2011

Paese: USA

Regia: Tate Taylor

Cast: Emma Stone, Viola Davis, Bryce Dallas Howard, Octavia Spencer, Jessica Chastain

 

 

 

 

 

Il Cineforum è aperto a chi ha partecipato al GdL e anche a chi non l’ha fatto, a chi ha visto il film e non vuole rivederlo, a chi vuole rivederlo e a chi non l’ha visto e lo vuole vedere in compagnia e scambiarsi opinioni. Qui tutte le vostre idee sono ben accette!

Io lo vedrò questa settimana, quando di preciso non lo so, e lascerò qui un commento qui sotto. Spero a questo seguiranno molti altri. Lascerò il banner in cima al blog per una settimana, dopodiché potrete raggiungere questo post andando sulla pagina UFG Book Club che trovate sempre in cima e da lì cliccate sul banner giusto.

Voglio, infine, ringraziare tutte le ragazze che mi hanno fatto compagnia con la lettura di questo bel romanzo e spero tanto l’iniziativa si possa ripetere presto!

Non mi resta che augurarvi buona visione!

01:12 12 commenti

 

Secondo appuntamento con la rubrica su il migliore, il peggiore e il più…della settimana telefilmica. Per chi ancora non conoscesse la rubrica, QUI il primo post. Questa settimana la mia scelta è ricaduta su questi 3 episodi:

The Best: Don't Trust The B---- In Apartment 23 – Sexy People (2x03)

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Ho scelto questa comedy perché:

1) è una serie geniale

2) questo episodio è spettacolare

3) è una serie geniale ma quegli idioti degli americani hanno messo la serie “a rischio di cancellazione”! #viodio

Ma come è possibile!? Riuscite a creare un prodotto divertente, allegro, geniale in ogni aspetto, con dei personaggi assurdi e semplicemente fantastici – Chloe, la bitch, il migliore, un vero e proprio colpo di genio -, in cui si ride dal primo secondo di visione e non la si smette fino ad arrivare alla fine…e voi volete cancellarla!? Americans, non capite una cippa!

Perdonate lo sfogo, ma quando fanno ‘ste cose mi parte l’embolo…Tornando a noi. L’episodio in questione è semplicemente fantastico. La svampita June attende con ansia di scoprire chi è il prossimo uomo più sexy vivente dalla copertina della nota rivista People, poiché crede che abbia sempre ragione e che i suoi gusti vengano confermati. Chloe, str***a più che mai, le dice che è solo una pecora nel gregge che pensa solo ciò che le viene detto di pensare mentre segue la massa e per provarlo organizza un altro dei suoi diabolici piani. E qui parte il momento più bello di tutti, quando Chloe finge di essere il nuovo direttore di People e in ordine, licenza due persone, guarda fuori dalla finestra, se la prende con tutti e disegna dei genitali alla lavagna. E fa in modo che come il più sexy venga scelto il gigionissimo James Van der Beek, il nostro beneamato Dawson. Da quel momento per June non sarà facile guardare in faccia James senza trovarlo sexy. James, quasi diabolico quanto Chloe, è magnifico nella scena del frullato, con Luther, che io amo, che cerca di calmare i bollenti spiriti di June mostrandogli foto orribili di James, ovviamente senza risultati, dato che James appare alla fine della scena in tutto il suo splendore con tanto di Lato C allo scoperto (fan di Dawson’s Creek palesatevi). Per non parlare poi della scena dello smackwich, lo schiaffo-sandwich! Meraviglioso…

Credo di non aver mai riso così tanto per 20 minuti di fila.

La scena del bacio tra James e June, il secondo fra i due, per quanto pare ristabilire l’equilibrio tra i due personaggi e farli ritornare sulla loro posizione di semplici “smoothie friends”  suggerisce allo spettatore, un po’ malizioso, che forse ci saranno degli sviluppi…chi lo sa…Intanto lo scettro di miglior episodio della settimana è di sicuro aggiudicato a Apartment 23. Difficile trovare una comedy meglio riuscita e capace di non annoiare ad ogni singolo episodio, ma anzi incrementare la sua comicità. Adoro.

 

The Worst: Once upon a time – Child of the Moon (2x07)

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Premessa 1. Questa settimana di vere brutte puntate non ne ho viste ancora. Quindi sono andata a cercare il classico pelo nell’uovo.

Premessa 2. Io adoro OUAT. Incondizionatamente. Ma se mentre guardo un episodio trovo più confortante l’idea di farmi un sonnellino, qualcosa non va.

La nuova stagione di Once upon a time, nonostante sia solo al settimo episodio, svariati alti e bassi. E se lo scorso anno, i flashback davano alla storia un certo mordente, quel qualcosa in più che rendeva magico il tutto, quest’anno non tutti i flash riescono con il buco, ecco. L’episodio, pur se interamente incentrato su Ruby alias Red, personaggio che mi piace molto, non è riuscito a conquistarmi. Avanzamenti nella storia non ve ne sono stati e gli approfondimenti sui personaggi sono alquanto irrisori. A me dispiace per quella poverina di Red, perché deve condurre una vita tristissima e perché  è amica di Snow che porta rogna ovunque vada, proprio come in questo caso, ma l’intera puntata è smorta. Qualcosa pare ridestarsi quando si fa vivo King George, padre di Charming, ma le sue brutte azioni si risolvono in poco tempo, con il classico lieto fine e non c’è alcun gusto. Non giova, poi, la sola presenza di Charming/David a Storybrooke. E’ un bravo ragazzo, un pezzo di figo, sa il fatto suo con la spada, ma, ammettiamolo, non è il più carismatico della coppia. E non parliamo di Regina che fa una comparsata insapore. Dov’è finita la Evil Queen? ‘Aridatecela!!

Si salva solo la mitica Granny, la nonna più tosta che conosca, e la scena nella camera rossa, il sogno continuo di Henry e Aurora. Cosa significherà? Forse per questo vale la pena continuare a seguire questa serie..

 

The most…romantic scene: Barney in How I Met Your Mother – Splitsville  (8x06)

How I Met Your Mother 8x06 "Splitsville" Barney romantic speech Robin "more than she knows"Torniamo a parlare di HIMYM. E dell’unica puntata di questa stagione che ho apprezzato davvero. E ancora una volta grazie a Barney. La scena in cui, con la scusa di aiutare Robin a lasciare Nick (tra parentesi, Nick mi piaceva più di Victoria, almeno era stupido ma simpatico), fa il discorso sul suo amore per Robin è stata una delle cose più tenere e romantiche che ho sentito negli ultimi tempi. E, grazie al fatto che si tratta di Barney e non di Ted o di qualche altro personaggio, il discorso evita di essere smielato o troppo stucchevole, con il rischio di annoiare. Questo, al contrario, emoziona. Inutile che poi lui sostenga, di fronte a un’interdetta Robin, sia pura invenzione. Noi ci crediamo. Anche perché sappiamo dove la vicenda del gruppo di amici più crazy della tv sta andando. La storia tra Barney e Robin è ancora una volta la mia preferita…

 

E anche per questa volta abbiamo finito…alla prossima e buona visione!

(io amo questa donna…)

19:40 19 commenti

 

Ed eccoci qua. A vedere cosa avranno cercato questa volta gli avventori vari e disparati che si sono avvicendati questo mese sul mio blog. Cercherò di dare loro una risposta…o una parola di conforto. Si parte!

1) Primark Parigi

DSC04814Cara amica shopaholic, se hai intenzione di fare shopping low cost nella magica e meravigliosa capitale francese, dovrai fare a meno di questa catena. Al momento a Parigi vi sono montagne di negozi e store di tutti i tipi, ma di Primark nemmeno l’ombra. Mi è anche un po’ dispiaciuto quando ci sono andata, perché un giretto me lo sarei fatto volentieri.

Per chi non lo sapesse, Primark è una catena di negozi d’abbigliamento e accessori, di origine irlandese, dai prezzi molto low e dallo stile giovane e trendy. In Inghilterra ce ne sono quanti ne vuoi e dove vuoi. Sono come i funghi. Ma Primark lo si trova anche oltre i confini britannici, in Spagna e Germania, con un totale di 241 negozi.

Per i nostri vicini d’oltralpe l’attesa però si fa breve: è, infatti, prevista l’apertura di diversi store sul territorio francese entro il 2014. Parigi, ovviamente inclusa.

A questo punto io però mi chiedo a quando l’apertura in Italia! Al solo sentirne nominare mi è venuta una gran voglia di perdermici in quei magazzini dalle mille cose a prezzi così cheap che rendono meno “colpevole” il nostro shopping. Vi prego aprite anche qui!

(fonti: link)

 

2) saggio di fernanda pivano su sulla strada

On the road, Sulla strada, di Jack Kerouac. Un libro che ha fatto storia, che negli USA è venerato e osannato e che in Italia arriva nel 1959. Lo pubblica Mondadori e Fernanda Pivano correda l’edizione di un suo saggio, oggi usato come prefazione. Fernanda Pivano, scrittrice e giornalista italiana scomparsa nel 2009, può essere considerata l’ambasciatrice della beat generation in Italia e a lei dobbiamo la scoperta di quell’epoca e di quegli artisti che tanto rivoluzionarono i costumi degli americani. Nella sua prefazione presenta il panorama beat, cercando di chiarire i motivi sociali, culturali, politici, di costume che negli anni dopo la seconda guerra mondiale, a cavallo tra ‘40 e ‘50, spinsero scrittori e artisti dell’epoca a liberarsi di tutte le forme di scrittura e pensiero dei decenni precedenti per promuovere un movimento del tutto nuovo. Di questa promozione, in realtà, essi stessi ne sono inconsapevoli, come accade con tutte le tendenze e i movimenti nel momento in cui si vivono, presi nella loro continua sperimentazione e ricerca. Fernanda Pivano incontra e conosce i rappresentanti di questa nuova generazione culturale e traccia per i lettori italiani al loro primo impatto con questo mondo, le caratteristiche che li identificano: il rifiuto dei vecchi canoni, il viaggio come condizione di vita, la libertà sessuale, la sperimentazione senza limiti, l’interesse per le culture e religioni dell’Est, l’uso di droghe psicotiche e il contrasto netto con il conformismo della società americana dell’epoca che sfocia in atteggiamenti e stili di vita esuberanti e per quegli anni “scandalosi”. La scrittrice ci offre delle chiavi di lettura, nella speranza che questo universo alternativo e pieno di nuovi spunti e ispirazioni ci contagi. Per noi degli anni 2000 leggerlo diventa un modo per capire meglio un’epoca che ormai pare quasi naif ma che continua a non perdere il suo fascino. Consiglio di leggere la sua prefazione nel momento in cui vi accingete al romanzo di Kerouac, che la Pivano conobbe personalmente, per rendere un po’ più gestibile la lettura del romanzo. Di sicuro quella prefazione è una delle cose che ho più apprezzato all’interno del libro in mio possesso.

Vi lascio il link della storica intervista di Fernanda Pivano a Kerouac, un pezzo di storia quanto mai suggestivo: http://www.youtube.com/watch?v=snr0InN_EuU

 

3) caricatura silente

Ce ne sono diverse simpatiche. Silente è uno dei personaggi che amo di più in Harry Potter e provo per lui quell’affetto che solo un lettore può avere per un personaggio che lo ha ispirato, accompagnato e gli ha dato modo di riflettere. A volte se ne prova persino nostalgia…

Tra le caricature, quelle che ho trovato più carine:

 

ma ce ne sono un’infinità tra tumblr e, soprattutto, deviantart…e poi c’è questa gif stupenda con Piton che mi fa ridere ogni volta che la vedo!

 

4) what's a cotillon?

My dear friend, I can help you. I’ll tell you what the word cotillon means. Ma te lo dico in italiano poi pensaci tu a tradurre che io qui ho ospiti e non sarebbe carino metterci a parlare tra di noi…

Cos’è un cotillon?

Cotillon, dal francese “gonnella”, era un’antica danza inventata dai nostri sempre presenti gallici vicini, ballata da quei mattacchioni nel XVII secolo. Si danzava in quattro coppie che si disponevano a quadrato. La dama attraverso una serie di figure, sceglieva di volta in volta il cavaliere con cui ballare. Alla fine i ballerini si scambiavano piccoli doni e regalini ed è questo il motivo per cui la parola si colleghi anche al termine “regalo”.

In epoche più moderne il cotillon, nell’accezione cotillion, indica nell’usanza americana un ballo formale durante i quali le famiglie ricche e importanti presentavano in società le loro giovani figlie, chiamate debuttanti. Il fine ultimo era, ovviamente, trovare a ‘ste ragazze un buon partito. Il cotillion si svolgeva tra i mesi di Maggio e Dicembre. Oggi nessuna fanciulla viene presentata in società né trascorre l’inverno nel sognare l’abito che indosserà quella sera, tuttavia di tanto in tanto ci sono dei revival di questo evento in giro per il mondo, come il celebre Ballo delle debuttanti che si svolge tutti gli anni a Vienna.

 

5) metti su facebook delle belle modelle nessuno condivide metti 2 nuvole

…e piove? Boh!

P.S. Ma che significa mettere 2 nuvole? Una foto con delle nuvole, un fumetto, un disegno…cosa? Io metto su Messico e Nuvole se ascolto musica, butto giù due nuvolette di gamberi se mangio al cinese, sollevo una nuvola di fumo se vado a tutto gas, ma due nuvole su facebook la vedo dura.

P.P.S.S. Ma chi conosci su facebook? Cioè, i casi sono due: o io sono circondata da pervertiti con tutti i culi che vengono condivisi (eh si, alcune delle persone che ho su fb ho il dubbio siano troppo sensibili verso il lato C) oppure tu vivi in un mondo parallelo in cui le modelle non tirano mentre le nuvole scatenano putiferi cibernetici. In quel caso dimmi dov’è che vengo a trovarvi…

 

6) michaud storico romantico

Eccolo qui Michaud. Era un pubblicista vissuto tra la fine del XVIII secolo e gli inizi del XIX. Lavorò dapprima a Lione, dove lo raggiunsero le idee rivoluzionarie provenienti da Parigi che lui, realista, rifiutò e disprezzò. Nel 1791 si trasferì nella capitale dove nel 1796 fondò il giornale Le Quotidienne per il quale fu arrestato e condannato a morte, ma riuscì a fuggire dai suoi carcerieri. La condannata fu revocata ma, dopo aver ripreso il posto da direttore del suo giornale, venne iscritto nuovamente nelle liste di epurazione, dalle quali si salvò ancora con la fuga. Tornò a Parigi dopo due anni, alla caduta del Direttorio. Per le sue idee pro-borboniche, fu accusato nel 1800 di complotto monarchico e recluso per un breve periodo. Il riconoscimento di Accademico gli venne conferito nel 1814, anno in cui riprese la direzione de Le Quotidienne. Venne insignito della Legione d’Onore e i suoi servizi alla monarchia ripagati con il posto di lettore del re, ruolo che gli venne poi revocato nel 1827. Al di là della sua produzione giornalistica, Michaud si occupò anche della pubblicistica storica, attività in cui fu molto attivo: scrisse Biographie moderne... depuis 1799, dal quale ebbe vita la sua iniziativa più nota, la Biographie universelle (prima edizione 1810-28, 52 vol.). Tuttavia l’opera a cui si dedicò con maggior assiduità fu Histoire des croisades, per la cui stesura condusse anche un viaggio in Egitto e Siria tra il 1830 e il 1831. L’opera consta di 5 volumi e fu redatta secondo il gusto romantico dell’epoca teso alla rivalutazione, a volte sentimentale e poetica, delle tradizioni e al riconoscimento del valore e del concetto di nazione che a quei tempi si andava formando. Histoire non appare, però, esatto e  attendibile dal punto di vista critico. Molto più valido, invece, appare il supplemento aggiunto in appendice all’opera, intitolato Bibliothèque des Croisades.

 

7) rai due la lushe oltre  le sepie

La cosa più divertente di questa chiave è che cercandola, google ci prova e fa questo tentativo:

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La luce oltre le seppie?!? E cos’è? La storia di un pescatore di Bari che passa le giornate a battere seppie e polpi sullo scoglio fino a che la sua vita viene stravolta da una luce abbagliante, che si rivelerà quella del fanale di un’auto, dalla quale spunta fuori un’ombra misteriosa, che altri non è se non la moglie che gli dice: “Nicola torna a casa che ti ho preparato riso patate e cozze (piatto tipico della cucina barese)?”

Scherzi a parte, quello che stai cercando è La luce oltre la siepe, il programma su Rai 2 andato che andava in onda il sabato notte ideato e presentato da Valeria De Luca, una ciclo di interviste che racconta storie difficili di dolore, malattia e sofferenza, ma anche di grande forza per superare le avversità. Da tale esperienza televisiva, Valeria De Luca ne ha tratto un libro dal titolo omonimo, pubblicato da RaiEri. Ti lascio il link dove poterlo acquistare on line:

http://www.lafeltrinelli.it/products/9788839715197/La_luce_oltre_la_siepe/Valeria_De_Luca.html

 

8) torta charlotte classica

La torta Charlotte è una delle torte più classiche che esista. Si tratta di un dolce al cucchiaio composto prettamente da crema e savoiardi a cui si possono aggiungere frutti vari per decorare o riempire il dolce. Il dolce sembra essere stato creato in onore della Regina Carlotta, moglie di Giorgio III, sovrana molto amata. La prima citazione del dolce risale al 1796 in una poesia dell’epoca. I versi dedicati sono questi:

“the charlotte brown, within whose crusty sides, a belly soft the pulpy apple hides”
“la charlotte dorata, nei cui fianchi croccanti si nasconde un ventre morbido di mele”.

In realtà all’epoca era un semplice budino di pane cotto farcito di mele. La ricetta arrivata a noi è invece invenzione di un cuoco francese, Marie Antonin Careme, uno degli chef più famosi della storia. Ve ne sono molteplici varianti. In questa pagina trovi, mio caro amico golosone, diverse ricette  e rivisitazioni del tema:

http://risposte.guidaconsumatore.com/come-preparare-la-torta-charlotte

 

9) cartoline di natale antiche

Forse precorriamo un po’ i tempi. Ma qui i negozi sono già pieni di addobbi e luci, mia madre ha iniziato a comprare fiocchi e decorazioni per l’albero e io sto già stilando la lista dei regali che vorrei perché bisogna farsi trovare preparati. Così di fronte a questa richiesta decido di contravvenire al divieto che mi ero posta a inizio mese di non accennare al Natale fino a Dicembre e aiuto questo mio compagno di passione natalizia, questo amico cibernetico che condivide per me l’amore per tale festività, regalandogli qualche immagine.

Due bimbi con cestino, bottiglia, candela e agrifoglioLa vetrina di giocattoli

si sta avvicinando davvero…

 

10) il problema è che continuo a dire alle persone

…………cosa….cosa….COSA!? Non puoi lasciare la frase così, incompleta, incompiuta, monca, defraudata del suo giusto finale, di quel punto che avrebbe dato un senso al tutto. Non si fa così, non si fa. Ora chi me lo dice cosa tu dici?

In ogni caso, se è un problema, allora non lo dire più.

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Alla prossima sessione di risposte…stay tuned!

20:08 25 commenti

 

Salve a tutti! Oggi comincia l’ultima settimana in compagnia di The Help! Finalmente sapremo come andrà a finire! Sorriso

La scorsa settimana abbiamo visto Skeeter impegnata su più fronti. Mentre attende il responso sul libro, la ragazza si prende cura della madre sempre più debole e apparentemente con pochi mesi di vita a disposizione. Stuart torna prepotentemente nella sua vita e Skeeter dà un’altra chance alla loro storia. Quando, però, lui le fa la proposta di sposarlo, Skeeter si sente in dovere di rivelargli il suo segreto. Il cambiamento del ragazzo è repentino, non capisce e forse non vuole capire e così, ancora una volta, Skeeter gli dice addio. Sempre più sola Skeeter attende notizie fino a quel 18 gennaio 1964 quando la Steine la telefona per dirle che il libro verrà pubblicato. Euforia riferisce tutto a Aibileen e Minny le quali sono un misto di paura ed eccitazione. E se qualcuno scoprisse le loro identità? Trascorrono 6 mesi, il libro viene pubblicato e l’inizio non è dei più incoraggianti: nessuno pare interessarsi al libro, eccetto la comunità delle due donne che fa a Aibileen uno splendido regalo (scena commovente). Ma presto qualcuno si accorge del libro e arriva in televisione. La scena è tra le più belle e divertenti. Aibileen segue il programma e inaspettatamente il presentatore fa allusione alla possibilità che si parli proprio di Jackson. L’effetto è clamoroso: tutti vogliono leggere Help. Per Skeeter, Aibileen e Minny, che crede di poter sentire l’urlo di Miss Hilly nella sua testa, è arrivato il momento di scoprire quali saranno le conseguenze.

Questa settimana leggiamo i seguenti capitoli:

9^ settimana (12/11 – 18/11): dal capitolo 31 al capitolo 34 + appendice autrice (facoltativo)

Come sempre pubblicherò i vostri commenti. Non vedo l’ora di conoscere le vostre impressioni finali sul libro!

Alla fine della lettura ci organizzeremo per vedere il film (aprirò un post dedicato).

Non mi resta che augurarvi…buona lettura! ^^

 

Saya

finito! non ce la facevo più! dovevo sapere cosa succedeva. mi veniva da piangere per la parte finale. Abee... e Mae Mobley... oddio ancora se ci penso mi intristisco. Sono stra felice per Minny e la sua situazione. Mentre mi dispiace che a quella str... di Hilly non accade qualcosa di peggio che la porcata della torta! E' stato davvero un bel libro...

 

Alice

Finito (in realtà, lo ammetto, ho barato e l'ho finito la settimana scorsa... non ho resistito!)!!
Bellissimo davvero. La scena finale di Aibee e Mae Mobley mi ha fatto piangere tantissimo, e mi ha commossa anche l'appendice, il parallelo "reale" del capitolo conclusivo di Skeeter su Constantine. Incredibile davvero che queste cose succedessero solo 50 anni fa...
Adesso non vedo l'ora di vedere in che modo è stato trasposto cinematograficamente. Era candidato all'oscar, quindi sono fiduciosa!

 

Strawberry

Ho terminato anche io. Mi è piaciuto, molto, e ho apprezato il senso di libertà che si sprigiona nelle ultime pagine. Minny si libera id una matrimonio infelice e violento, Skeeter abbraccia il suo futuro e Aibileen ha finalmente una sorta di risarcimento, o perlomeno giustizia e un sollievo nel cuore, nonostante la perdita di una lavoro che ormai nella sua vita del tutto cambiata non aveva più lo stesso significato. Hilly, come dice Aibee, è la vera prigioniera e perdente. Il suo è un atteggiamento destinato a perdere. The Help è una delle rappresentazioni più toccanti del periodo storico difficile in cui è ambientata ed è bello poter dire di comprenderlo di più.
Interessanti anche le pagine finali della scrittrice che ci aiutano a entrare nel suo mondo e a dare un piccola parte di veridicità alla vicenda. Davvero una bella lettura. E bello leggerlo con voi.
Settimana prossima organizziamo la visione del film? :-)

 

frufru

Se devo essere sincera, e mi sembra giusto esserlo, l'ho finito di leggere la settimana scorsa. Cioè...era troppo bello! Non so come ho fatto a resistere tutto questo tempo nonostante avessi voglia dalla prima settimana di arrivare alla fine. Mi sono trattenuta per rispetto della lettura di gruppo, ma ho sofferto, giuro! :) Ti ricordi le mie impressioni su "Sulla strada"? Ecco, qui è stato proprio tutto il contrario.
Bello, bello, bello.
Che donne in questo romanzo! Non so chi mi è piaciuta di più. Aibileen così dolcemente forte, così senza più niente da perdere da rischiare tutto quello che ha, Minny che è simpaticissima, una forza della natura e poi lei, Skeeter. Skeeter, moderna e coraggiosa, con progetti diversi da quelli delle sue ex amiche, con una testa funzionante, con un naso pronto a captare i segni di quel cambiamento che avrebbe cambiato le vite di tutti i neri.
The Help mi ha emozionato, mi ha fatto sgranare gli occhi, mi ha fatto pensare. Mi ha fatto conoscere un pezzo di storia studiato sui libri, attraverso gli occhi di quelle tre fantastiche narratrici. Adoro i libri che, insieme alle vite semplici delle persone, raccontano anche la Storia con la S maiuscola.
Il film l'ho già visto, ma sono super prontissima per rivederlo insieme, ora che ho anche letto il libro. :)

 

Dulina

Finito! :D
Mi spiace di non essere stata costante con i commenti, ma ultimamente ho un pò di impegni che mi prendono tutta la giornata.
Anyway..
Innanzitutto, cosa non mi è piaciuto: per prima cosa l'episodio del pazzo nel giardino di Miss Celia, la quale salva Minny, secondo me si poteva trova un altro espediente per far capire l'affetto che una prova per l'altra. Inoltre, non mi è sembrata veritiera la guarigione improvvisa della madre di Skeeter, insomma, forse era meglio lasciare la cosa in sospeso.
Infine, mi è spiaciuto un sacco per Stuart, che si è rivelato un pò mollaccione, mentre mi sarebbe piaciuto che prendesse il coraggio a due mani e sposasse Skeeter.
A parte questo però, non ho potuto fare a meno di innamorarmi delle protagoniste, così diverse, ma anche così uguali tra loro: ognuna risulta intrappolata all'interno della sua vita, e ognuna cerca un modo per evadere e sentirsi finalmente libera.
Il finale lascia molte strade aperte, ma trovo sia estremamente positivo! :)
Ora non vedo l'ora di vedere il film, ma sono proprio contenta di aver affrontato il libro fino in fondo, perchè è un libro che merita davvero. :)

Beatrix Kiddo

Eccomi qui, in ritardo, come al solito.
Bel libro, importante. Buona la caratterizzazione delle protagoniste, alcuni episodi assurdi come l'improvvisa guarigione della mamma di Skeeter.
Nel complesso una lettura scorrevole, interessante, coinvolgente.
Ora aspetto di veder il film.

Risposte

Strawberry

si in effetti la guarigione della madre è un pò troppo miracolosa...

 

Sara fatina

Terminato ieri. All'inizio sono rimasta un po' delusa, mi è sembrata un po' asciutta come fine. Poi però ho pensato, ma cosa ti credevi, che tutto sarebbe cambiato?? Credo troppo nelle favole e negli happy ending, eheheh!! Comunque devo dire che mi è piaciuto, è un libro coinvolgente e che offre molti spunti di riflessione, non vedo l'ora di guardare il film!

Risposte

Strawberry

si il finale è molto aperto, ma se pensi che forme di razzismo, anche violente, sono ancora presenti nella società, avere un happy ending sarebbe stato una forzatura...

22:30 17 commenti

 

Ehilà gente! Dopo qualche settimana di silenzio, torna la rubrica delle letture itineranti miei e dei malcapitati che, in viaggio con me, sono stati spiati dalla sottoscritta.

In questo viaggio:

IO:

Questa settimana sono tornata giù dai miei in Puglia per qualche giorno. Rotolando verso Sud, non volevo viaggiare pesante e così ho deciso di leggermi un ebook sul mio amato iPad. Il risultato è stato proseguire con la saga 50 shades e leggere il secondo capitolo: Cinquanta sfumature di nero di E. L. James

 

Profondamente turbata dagli oscuri segreti del giovane e inquieto imprenditore Christian Grey, Anastasia Steele ha messo fine alla loro relazione e ha deciso di iniziare un nuovo lavoro in una casa editrice. Ma l'irresistibile attrazione per Grey domina ancora ogni suo pensiero e quando lui le propone di rivedersi, lei non riesce a dire di no. Pur di non perderla, Christian è disposto a ridefinire i termini del loro accordo e a svelarle qualcosa in più di sé, rendendo così il loro rapporto ancora più profondo e coinvolgente. Quando finalmente tutto sembra andare per il meglio, i fantasmi del passato si materializzano prepotentemente e Ana si trova a dover fare i conti con due donne che hanno avuto un ruolo importante nella vita di Christian. Di nuovo, il loro rapporto è minacciato e a questo punto Ana deve affrontare la decisione più importante della sua vita, e può prenderla soltanto lei...

 

Ho terminato la lettura ieri e devo dire che se era possibile che la saga andasse peggio, questa possibilità si è davvero realizzata. Più che un libro un’ignominia. E anche una noia…Questa volta non ci sono neanche quelle scenette pseudo-erotiche a movimentare la storia. Tutto si fa alla vaniglia salvo per un guizzo sadomaso alla fine. A me la vaniglia non è neanche mai piaciuta più di tanto…meno male che ora resta solo il terzo capitolo. Non mi giudicate troppo male; odio avere non iniziati in giro, ormai i tre ebook li ho, quindi tanto vale farla finita…

GLI ALTRI:

Nel viaggio che mi portava su a Torino più di un mese fa, sale sul treno con me una famiglia di lettori. Una vera rarità: ogni membro della famiglia leggeva qualcosa.

Il padre si stava gustando un giallo: L’uomo inquieto di H. Mankell.

In una fredda giornata d'inverno, Hakan von Enke, alto ufficiale di marina ora in pensione, scompare durante la sua abituale passeggiata mattutina a Stoccolma. Un caso che tocca da vicino il commissario Wallander. Von Enke è il futuro suocero di sua figlia Linda, il nonno della sua nipotina, e di recente gli aveva confidato aspetti soprendenti di un dramma politico-militare risalente a più di due decenni prima, quando sottomarini sovietici erano stati avvistati in acque territoriali svedesi. Kurt Wallander è vicino a un grande segreto della storia del dopoguerra. La sua lotta incessante alla ricerca della verità è ora l'impegno di un uomo che sta facendo i conti con la propria vita assediata da ombre minacciose, e che, talvolta deluso dai colleghi e dal sistema, ritrova il calore e gli affetti della sua famiglia. Con questo ultimo episodio che chiude definitivamente la serie poliziesca che l'ha reso celebre in tutto il mondo, Mankell è riuscito per la critica a creare un pezzo di grande letteratura sul tema della vecchiaia rivestendolo abilmente delle spoglie del giallo. Kurt Wallander, come scrisse Le Monde "uno dei più bei personaggi tra i romanzi polizieschi contemporanei", è stato per molti tra le figure più riuscite e affascinanti della narrativa di genere dei nostri giorni, aprendo la strada al fenomeno del giallo dalla Scandinavia.

 

Doveva essere un viaggio di piacere, da turisti in visita al capoluogo piemontese, perché la mamma, accanto a una guida e una mappa, sfogliava un libro intitolato L’altra Torino.

E se per una volta ci dimenticassimo del centro, facendo finta che sia qualcosa che esiste solo in virtù di altri centri? Proprio come i 24 quartieri che formano il corpo della città di Torino. L’altra, appunto. La guida muove i suoi passi partendo da questa piccola provocazione, condivisibile o meno che sia. Sicuramente diversa. Così come si presenta sempre diversa la città in ogni suo angolo, dal più periferico al più altisonante, comunque e ormai, nel bene o nel male, in continua evoluzione.

L’altra Torino è un progetto di avvicinamento e scoperta della città. Una guida che propone percorsi inediti in tutti i quartieri a esclusione del centro storico.
I vari itinerari sono corredati da un ricco apparato fotografico e contengono mappe, indicazioni sulla durata e sui mezzi migliori per effettuarli, box con approfondimenti, digressioni storiche, artistiche e culturali, curiosità indicate dagli autori.

 

Il figlio invece leggeva un classico, uno dei miei preferiti: Gente di Dublino di James Joyce.

 

 

Quindici storie che segnano l'esordio narrativo di James Joyce e compongono un mosaico unitario che rappresenta le tappe fondamentali della vita umana: l'infanzia, l'adolescenza, la maturità, la vecchiaia, la morte. In queste pagine Joyce ritrae oggettivamente il mondo della sua città natale, i pregi e i difetti della piccola borghesia dublinese, l'attaccamento alla tradizione cattolica, il sentimento nazionalistico, il decoro, la grettezza, le meschinità, i pregiudizi, osservati e descritti con mordente ironia e profondo senso poetico. Ogni storia, dove pare nulla succeda, rivela in realtà una complessità di sentimenti che smascherano, agli occhi e al cuore di Joyce, la vera anima di Dublino.

 

 

 

A Parigi vedo la gente che legge in Metro. Resto sempre piacevolmente sorpresa di quanto negli altri Paesi lo spostamento con i mezzi coincida spesso con la lettura. Non è una cosa che in Italia vedo spesso. Molti titoli in francese che non sono riuscita a decifrare e ve ne chiedo scusa, ma poi mi accorgo che un ragazzo legge un Sellerio, molto in tema con il tema di questa rubrica dato che si trattava di un memoriale di viaggio, di un grande scrittore italiano scomparso quest’anno: Notturno indiano di Antonio Tabucchi.

 

Si tratta di un resoconto di viaggio narrato in prima persona. Il narratore percorre l'India alla ricerca del suo amico Xavier. Attraverso varie tappe, si sviluppano gli incontri più disparati: a Bombay, con la prostituta Vimala Sar, con il medico dell'ospedale e con un devoto jainista in attesa del treno; a Madras, con una certa Margareth e con il direttore della Theosophical Society; sulla strada per Mangalore, con un mostruoso Arhant e suo fratello; a Goa, con il fantasma del viceré delle Indie, con Padre Pimentel, con il postino Tommy, con degli impiegati d'albergo ed infine con la fotografa Christine.

 

 

 

Infine quest’ultima discesa in treno mi ha visto sbirciare un libro uscito da poco che mi incuriosisce molto, essendo di uno dei miei scrittori preferiti: Di tutte le ricchezze di Stefano Benni.

Martin è un maturo professore e poeta che si è ritirato a vivere ai margini di un bosco: è una nuova stagione della vita, vissuta con consapevolezza e arricchita dai ricordi e dalle conversazioni che Martin intrattiene con il cane Ombra e con molti altri animali bizzarri e filosofi. In questa solitudine coltiva la sua passione di studioso per la poesia giocosa e per il Catena, un misterioso poeta locale morto in manicomio. Questa tranquillità, che nasconde però strani segreti, è turbata dall'arrivo di una coppia che viene a vivere in un casale vicino: un mercante d'arte in fuga dalla città e Michelle, la sua bellissima e biondissima compagna. L'apparizione di Michelle, simile a una donna conosciuta da Martin nel passato, gonfia di vento, pensieri e speranze i giorni del buon vecchio professore. Il ritmo del cuore e il ritmo della vita prendono una velocità imprevista. Una velocità che una sera, a una festa di paese, innesca il vortice di un fantastico giro di valzer. Leggende, sogni, canzoni, versi di un poeta che la tradizione vuole folle e suicida, telefonate attese, contattisti rock, cinghiali assassini, visite di colleghi inopportuni, comiche sorprese, goffi corteggiamenti e inattese tentazioni: tutto riempie di nuova linfa una stagione che si credeva conclusa, e che si riapre sul futuro come un'alba. Martin e tutti quelli che lo circondano sembrano chiusi in un bozzolo di misteri: si tratta di attendere la farfalla che ne uscirà.

 

E con questo è tutto. Voi avete sbirciato qualche titolo viaggiatore? 

Al prossimo viaggio!

 

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Foglie sulla neve #5

Il mio telefonino fa le bizze da un po’. A volte si impalla, si spegne, il software amorcito ingegnere lo ha pure aggiornato ma continua a far casino. Da un paio di settimane mi nasconde anche gli sms. Mi arrivano ma io non so nulla fino a quando non vado nella cartella messaggi. Non fa più trilli né appare l’icona che indica solitamente la presenza di qualche sms. Così leggo tutto in ritardo. Un nervoso che non vi dico. Ma mi rassegno, non posso cambiarlo al momento e per quel poco che lo uso per il momento posso sopportare.

In questi ultime settimane, sarà il cambio di stagione o che ne so, i miei capelli sono ingestibili. Si sporcano subito, cosa mai successa, e mi paiono secchi, i ricci non sono morbidi né lucenti. Una tragedia, insomma.

Soffro anche un po’ di insonnia da qualche tempo. Troppi pensieri o assenza di essi, il tempo, la congiunzione astrale di paolo fox, vallo a capire. Ma dormo poco. Ho sempre dormito poco e di solito vado a letto tardissimo, ma adesso dormo anche male e molto meno.

In poche parole, sono un disastro.

Poi mercoledì torno a casa dai miei per una mini-vacanza e succede. Il telefono mi sorprende giovedì mattina trillando tutti i suoi messaggi. Faccio una bella doccia e i capelli risultano morbidi e setosi. E poi riposo meglio e, insolito per me, ho voglia di dormire, ma tanto, almeno 7/8 ore. E se potessi mi farei anche una siesta pomeridiana. Dormo come una bambina. Questo probabilmente grazie anche alla risoluzione di alcuni miei dubbi (vi racconterò presto cosa mi sta succedendo), ma insomma mi pare di essere in pace con il mondo. Quasi non mi riconosco.

Forse è vero che non c’è aria migliore che quella di casa. Durerà poco, so che a breve mia mamma mi farà rizzare i capelli per il nervosismo di troppa convivenza e non vedrò l’ora di tornare su, ma per il momento sono tranquilla. E mi godo finalmente il bip del mio cellulare…

18:20 23 commenti
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